Disponibile, gentile, preparato, appassionato del suo lavoro e innamorato del suo territorio, dell’Astigiano. Parole che spese in ricordo di Gianfranco Berta, imprenditore astigiano del settore della grappa e dell’accoglienza scomparso per un tumore a soli 59 anni, ritrovano ora senso e sostanza. Perché vere. Gianfranco Berta era “uno giusto”. Consapevole delle potenzialità del territorio teneva le redini della distilleria di famiglia fondata a Nizza Monferrato e posi sviluppata, insieme al fratello Enrico, nella grande sede di Mombaruzzo, collina tra Nizza e Acqui Terme.
Un uomo “affamato” di interessi, al di là del suo lavoro di distillatore e affinatore di distillati che oggi sono tra i più apprezzati al mondo. Non era facile in un territorio che, spesso, mette i bastoni fra le ruote a chi vuole emergere. Gianfranco Berta c’era riuscito.
Del resto credeva nel valore turistico dell’Astigiano ed era contitolare di una società di servizi che gestisce alberghi e relais.
Anche la politica è stata tra i suoi interessi. La politica, però, che guarda in faccia i cittadini e non si nasconde. È così stato consigliere comunale e assessore comunale. Fu anche nominato presidente provinciale di Confartigianato e della Strada del Vino Astesana. Tra le sue attività anche quella divulgativa a favore delle agroeccellenze e della cultura italiane attraverso la Corporazione degli Acquavitieri Italiani di cui è stato socio fondatore e Gran Maestro.
Con lui, come ha scritto qualcuno sui socialmedia annunciando la sua scomparsa, se ne va un pezzo di storia dell’Astigiano, ma anche un tassello di quella imprenditorialità piemontese e italiana che ha saputo, e sa ancora, costruire e creare. Nonostante tutto e tutti. Anche lui era un “sapore del Piemonte”.