È morto ieri, 2 settembre, a settant’anni, Beppe Rinaldi, una delle figure “mito” del mondo del Barolo. Oggi tutti ne ricordano la figura di severo e chiaro critico (non a caso era chiamato “Citrico”) del mondo del Barolo e del vino piemontese in generale.
Noi, purtroppo, non abbiamo fatto in tempo a conoscerlo di persona, ma ne apprezzavamo, impossibile non farlo, la schiettezza, l’acume l’efficacia delle sue analisi che ad alcuni apparivano spietate a noi sublimi.
Per questo vi invitiamo a leggere il testo che “Citrico” inviò al Corriere della Sera che oggi lo ripropone in forma di testamento (leggi qui).
Un bel testamento che fa pensare a cosa il mondo del Barolo, e quello del vino piemontese in generale, è diventato negli anni. Parole che fanno riflettere e, forse, mettono voglia di cambiare qualcosa, anche se, più probabilmente, cambierà nulla.
Buon viaggio “Citrico”.
SdP