Lettera. «La Barbera è a terra? Se vogliamo vendere bene i nostri vini salviamo prima il paesaggio»

inserito il 15 Marzo 2010

Sul rapporto Barbera e territorio ci scrive Giovanni Scaglione, contitolare della casa vinicola Forteto Della Luja, a Loazzolo. Ecco il suo intervento. Negli ultimi 5 anni il prezzo medio delle uve per Barbera d’Asti è passato da 0,75 a 0,40 euro al chilogrammo (dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Asti), con quindi una svalutazione netta superiore al 50% (tenuto conto dell’aumento medio del costo della vita nello stesso quinquennio) e nonostante nel frattempo il Barbera d’Asti sia diventato docg!

Stessa sorte per tutti gli altri vini astigiani fatto salvo il Moscato (salvato dai nuovi mercati) e il Brachetto, che ha però dovuto diminuire di oltre il 50% la resa per tenere bloccato il prezzo (il che non sposta di una virgola la questione)…

Si sa che il prezzo delle uve non è altro che un indicatore dello stato di salute del settore vinicolo nel suo complesso e, più in generale, del settore turistico ed enogastronomico.Vendere un vino a denominazione di ORIGINE controllata vuol dire vendere il TERRITORIO, o no?

Nel contempo negli ultimi 5 anni è continuata l’inesorabile aggressione del cemento e degli scempi paesaggistici (già per altro cominciata negli anni precedenti) e sono stati bloccati gli sporadici tentativi di istituire zone naturalistiche protette (nonostante la provincia di Asti vanti il triste primato della più bassa percentuale di queste aree di tutto il Piemonte).

Il turista enogastronomico che visita il nostro amato territorio oggi può portare a casa un bel ricordo di faraoniche rotonde, grandi capannoni vuoti in affitto o in vendita, cattedrali commerciali (non nel deserto ma tra le vigne…) interminabili quanto inutilizzati viadotti ferroviari intercollinari e zero nuove piste ciclabili.

Entro la prossima vendemmia il nostro caro turista enogastronomico troverà anche il nuovo Regolamento Forestale della Regione Piemonte ( L.R. 4/2009 votato da maggioranza e opposizione) che prevede l’abbattimento del patrimonio boschivo piemontese senza nemmeno il consenso dei proprietari, attraverso il meccanismo della gestione provvisoria associativa, art. 18, con tanti saluti ai nostri tesori, cioè piante da tartufi, da funghi, da marroni tanto per rimanere solo all’ambito gastronomico, e inoltre un probabile nuovo calendario venatorio che tende a liberalizzare la possibilità di cacciare tutto l’anno (come da proposta di legge già approvata al Senato). Immaginiamo una bella famigliola di turisti che passeggia in agosto tra vigneti e boschi al dolce suono delle doppiette e immaginiamo qualche decina di migliaia di tir che transitano sulle nostre già martoriate Strade del Vino per portare tonnellate di legname (sfiorando i pochi temerari cicloturisti Olandesi) alle varie Centrali a Biomasse con tanto di svettanti (circa 30 metri) canne fumarie che ci accingiamo a costruire con i contributi (certificati verdi) prelevati dalle nostre tasche(vedi progetti a Castagnole Lanze o Canale d’Alba) attraverso le bollette elettriche… Potrei continuare ma mi fermo!

Ho la vaga sensazione che ci possa essere qualche leggerissimo nesso di causalità tra tutte queste cose. Questo è almeno quello che mi dicono i miei clienti stranieri tutti i giorni quando non vogliono prendermi in giro, ribadendomi che “però” il mio vino gli piace moltissimo e casa mia è un posto fantastico.

Temo che sia quel “però” che ci causa qualche piccolo problema….Intanto il flusso degli Svizzeri e Tedeschi verso le colline astigiane si è interrotto già da qualche anno (basta parlare con una qualsiasi agenzia immobiliare della Langa Astigiana)e zitti zitti alcuni cominciano a rivendere le case acquistate alla fine degli anni ottanta anche a costo di rimetterci un bel po’ di soldi e si rivolgono verso altre zone più appetibili.

Se poi vogliamo farci un giretto in Alsazia o nel Bordolese o in Champagne o anche solo in Toscana o dove vogliamo ci renderemmo subito conto di cosa abbiamo combinato in questi anni e forse smetteremo di farci raccontare da giornalisti e blogger ospitati noi, che siamo bravissimi buonissimi e bellissimi e la smetteremmo anche con questa fantastica rivalità Langa/Monferrina; come se non fossimo sulla stessa barchetta afflitti purtroppo dagli stessi problemi.

Va bene così, aggrappiamoci all’UNESCO e come avrebbe detto il vecchio Mike…ALLEGRIA! E io aggiungerei anche un bel BUON VOTO! visto che siamo quasi sotto elezioni.

Giovanni Scaglione

Infine ecco un esempio di camouflage, cioè di camuffamento di capannoni industriali nella zona di Barolo. Foto e articolo si trovano al link: http://nuke.casaeclima.it/News/camouflage/tabid/90/Default.aspx

4 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. Massimo Pastura 17 Marzo 2010 at 16:44 -

    Gentile Sig. Radiccioni,
    mi permetto solo di completare l’elenco delle DOC Barbera da lei menzionate:

    Barbera d’Asti
    Barbera del Monferrato
    Barbera d’Alba
    Colli Tortonesi Barbera
    Colli Novaresi Barbera
    Canavese Barbera
    Collina Torinese Barbera
    Pinerolese Barbera
    Piemonte Barbera

    Oltre ovviamente alle varie D.O.C. in cui è previsto l’utilizzo di Barbera sia in assemblaggio che in purezza…

    Il quadro adesso… è ancora più completo… e caotico, mi permetta!!!

    La saluto cordialmente.

    Massimo Pastura

  2. Vittorio Radicioni 17 Marzo 2010 at 12:17 -

    Sono d’accordo con Giovanni Scaglione, anzi mi permetto di dire “bravo”, analisi perfetta.
    Se poi aggiungiamo, riferendoci al vino, che di Barbera ne esistono tre: Asti, Monferrato, Piemonte, il quadro è completo. Per sua fortuna, di Barolo ne esiste uno solo!

  3. Massimo Pastura 16 Marzo 2010 at 19:04 -

    Caro Gianni,

    ovviamente mi trovi d’accordo su tutto ciò che hai detto nel tuo ottimo intervento: ma sarei scontato a dire questo.

    Solo una piccola rettifica… il prezzo medio (ahimè) delle uve Barbera della vendemmia 2009 sarà ben al di sotto dei € 0,40 al Kg.: altrimenti non sarebbe possibile che ci sia già oggi in vendita Barbera “sfusa” atta a divenire ben al di sotto di € 0,50 al litro… ma soprattutto non potremmo spiegarci come qualche Cantina (lo devo dire “Sociale”…) MOLTO, ma MOLTO, ma MOLTO (mi perdonerà Antonio Albanese….) ben conosciuta, stia vendendo la propria Barbera a € 1,50 alla bottiglia per un acquisto minimo di 600 bottiglie: è successo con un nostro piccolo importatore in Olanda, il quale ovviamente non ha detto di NO, ma ben vada… la nostra Barbera Piagè, d’annata è praticamente spacciata con quel cliente… non avendo chance alcuna!!!

    Inoltre io continuo a ribadere che, al di là dei rivalismo ASSURDO fra Langa e Monferrato, continuiamo testardamente e stupidamente a voler rivalutare (o meglio cercare di valorizzare…) il nostro territorio… valorizzando un vitigno, che non è solamente coltivato nel nostro territorio!!!

    Al sottoscritto questa sembra una cosa insensata ed assurda: l’ho già detto e ridetto… ma forse incomincio a capire che a qualcuno di valorizzare il nostro territorio non importa proprio nulla.

    Ripeto: quando vado dagli amici produttori Toscani… essi mi parlano innanzitutto della Toscana, e poi del Chianti, del Brunello, del Morellino, e di chicchessia vino prodotto… ma mai parlano in primis del Sangiovese.

    Noi, specialmente noi astigiani, siamo più bravi di tutti gli altri: vogliamo valorizzare il nostro territorio… perchè produciamo Barbera!!!

    Mai vista una cosa simile in tutto il mondo e nella storia enologica mondiale!!!

    Scusate lo sfogo, ma nasce dalla passione, dalla volontà e dal continuo impegno che il sottoscritto e la propria famiglia ripongono nel proprio lavoro e nella propria terra d’origine.

    Ma tanto, come hai detto giustamente tu Gianni… ci penserà l’UNESCO!!!

    Chi vivrà… vedra!!!

    Massimo Pastura

  4. Massimo 16 Marzo 2010 at 18:40 -

    Come non essere d’accordo. Sono anni che lo diciamo e lo scriviamo, ma via Riccadonna, a Canelli, è lì a dimostrarci che nulla cambia, se non in peggio.
    massimo

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