Qualche mese fa era scoppiata quella che qualcuno aveva definito “La guerra del Nebbiolo”.
In sintesi: da una parte il Consorzio della Barbera, presieduto da Filippo Mobrici, che aveva proposto la nascita di una doc Piemonte Nebbiolo sulla scorta delle esigenze di mercato e di alcuni produttori monferrini che oggi sono costretti a chiamare il loro Nebbiolo Monferrato Rosso o con altre denominazioni; dall’altra molti produttori, con alcune eccezioni, del Langhe Nebbiolo, con in testa il Consorzio del Barolo, presidente Orlando Pecchenino, che si erano messi di traverso difendendo a spada tratta la primogenitura e l’esclusività del Langhe Nebbiolo.
Alla fine i langhetti avevano “vinto” e i monferrini avevano dovuto ritirare la proposta in attesa di tempi migliori e di mediazioni future.
Per farsi un’opinione leggete qui e qui. Mobrici aveva poi espresso la posizione ufficiale del Consorzio della Barbera con u n comunicato “ecumenico” che noi abbiamo riportato qui.
Ora quello che era balzato subito all’attenzione di tutti era la difesa, lecita ma per certi versi apparsa fin troppo protezionistica, delle Langhe che avevano dichiarato esplicitamente i timori che una doc Piemonte Nebbiolo potesse in qualche modo intaccare e sminuire il blasone conquistato in molti anni del Langhe Nebbiolo.
In questi mesi ne abbiamo parlato con alcuni produttori. Molti si sono schierati per il no al Piemonte Nebbiolo: «Farebbe confusione. I consumatori non capirebbero. E poi danneggerebbe una denominazione. E i prezzi, oggi di media tra i 6 e gli 8 euro, rischierebbero di abbassarsi a causa di qualche speculatore, a scapito della qualità» ci hanno detto.
Altri, favorevoli al Piemonte Nebbiolo, hanno fatto notare sconsolati che “i furbi” già esistono e che di bottiglie di Langhe Nebbiolo a basso prezzo ce ne sono già.
Vero o falso?
Abbiamo fatto la nostra ricerca e in un supermercato, accanto a bottiglie di Langhe Nebbiolo con prezzi in media in buona sostanza consoni a quelli che ci avevano indicato, abbiamo trovato Langhe Nebbiolo a meno di 4 euro a bottiglia, 3,79 per l’esattezza sullo scaffale.
Fondi di magazzino? Operazione di mercato per far fuori scorte invendute? Specchietto per attirare clienti? Chissà. Qui presentiamo solo i fatti senza alcun commento.
Convinti come siamo (è l’unico commento che ci sentiamo di fare) che il tempo delle chiusure e dei sospetti debba finire e il Piemonte del vino debba imparare a fare sistema, senza figlie e figliastri.
SdP