Avete presente il detto che in Internet niente si cancella e tutto rimane eterno. È vero. Visto che anche gli eno-tarocchi sono immortali sul web. Un esempio? Pochi giorni fa il Consorzio del Barolo, proprio in concomitanza del Vinitaly (e quando sennò?) lancia un comunicato stampa annunciando la cancellazione di 40 annunci pubblicati su portali di vendita online. Si tratta di quei kit per farsi il vino in casa che tanto piacciono soprattutto agli americani.
La nota del Consorzio presieduto da Pietro Ratti è stata, forse un po’ ottimisticamente: “Falso Barolo, rimossi altri 40 annunci online” per proseguire forse un po’ trionfalmente: “Prosegue l’azione di tutela del marchio da parte del Consorzio”, quindi la rivelazione di “finti kit venduti sul web nel Regno Unito”. A parte che ad essere finto è il vino che si produce dal kit e non lo stesso kit che è vero e reale visto che mantiene quello che promette cioè far vino con le polverine, la cancellazione di 40 annunci di vendita di queste buste per eno-bricolage è una misera soddisfazione perché se (se) si è vinta una battaglia vincere la guerra contro il Barolo-sounding è faccenda ancora lunga.
Noi, semplicemente digitando su Google, abbiamo trovato almeno una decina di siti che ancora vendono gli stessi kit pubblicizzati dagli annunci che il Consorzio ha fatto, meritoriamente, chiudere.
Ecco i link:
https://www.finevinewines.com/Wine-Kit-by-Style.asp?MM_Varietal=Barolo
http://www.letsdowine.com/itpibawigrsk.html
http://www.midwestsupplies.com/barolo-selection-original.html
http://www.brewstore.co.uk/california-connoisseur-barolo-red-wine-kit-6-bottle-3659-p.asp
http://www.winemakingsuperstore.com/red_kits.html#DessertWine
http://www.northernbrewer.com/shop/review/product/list/id/575/category/181/
http://www.thehomebrewbarn.com/Barolo-wine-making-kit-p/4477.htm
Senza contare i video relativi su Youtube:
Che dire in chiusura? Che avere cominciato a difendere una denominazione strategica e importante come quella del Barolo nel 2009 è stato un bene, ma forse andava fatto prima. E che, di concerto con il controllo dei kit di falso Barolo (o Nebbiolo o Dolcetto o Barbera) andrebbe fatta rispettare con tanto di cause legali (e i barolisti se le possono permettere) il nome Barolo nel mondo, come ha fatto il Consorzio dell’Asti a suo tempo (più di 15 anni fa) o quelli delo Champagne che sono persino riusciti a ricondurre a miti consigli i californiani, che è tutto dire.
SdP