La storia. Il Brachetto d’Acqui vola a Chicago e con lo Champagne sposa cucina e fashion

inserito il 16 Dicembre 2013

Sarà protagonista, insieme a grandi marchi francesi di Champagne, di una “notte delle bollicine” che si svolgerà a Chicago negli Usa, ed è al centro di performance commerciali incoraggianti, sia sul mercato italiano che su importanti mercati esteri. Dato più volte per “spacciato” proprio in questo ultimo scorcio di 2013 il Brachetto d’Acqui docg sta vivendo un momento positivo. Non è poco nel quadro ancora fluido di una crisi economica mondiale che colpisce duro in alcuni Paesi, Italia compresa.

Dunque un evento negli Stati Uniti d’America accomuna il rosso dolce a docg, vinificato da un vitigno al 100% italiano, alle bollicine francesi più blasonate al mondo. La data è quella del 20 dicembre 2013. Il Brachetto d’Acqui docg, grazie al Consorzio di Tutela presieduto da Paolo Ricagno, parteciperà al “Bubbles, Sparkles & Wishes”. La location è quella dell’Underground di Chicago (http://www.theundergroundchicago.com), uno dei locali più trendy della città del vento.

Nel corso di una maratona enologica, che dalle 22 del 20 dicembre alle 12 del giorno dopo prevede anche momenti fashion con sfilate di moda, Brachetto e Champagne saranno proposti in degustazioni insieme a piatti unici. Ogni azienda partecipante, infatti, avrà una propria stazione di degustazione e 5 ristoranti di Chicago saranno impegnati nel proporre piatti unici “vini spumanti e cibo”.

Il Brachetto d’Acqui sarà abbinato a gamberi e pizza, secondo le ultime indicazioni che hanno fornito blogger e giornalisti americani che hanno visitato la zona di produzione compresa in una ristretta zona tra Astigiano e Acquese.

Commenta Paolo Ricagno: «Siamo orgogliosi dell’accostamento del Brachetto d’Acqui docg con grandi brand di Champagne. È il giusto riconoscimento ad un vino che ha ancora moltissime potenzialità ancora inespresse».

Paolo Ricagno

Paolo Ricagno

E i dati di questo ultimo periodo sembrano confermare la tendenza positiva facendo segnare un +11% dellevendite del Brachetto d’Acqui rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «È un segnale incoraggiante che Consorzio e Case spumantiere non faranno cadere nel vuoto – annota Ricagno -. D’altra parte – aggiunge – la continua attività di promozione, tutela e valorizzazione dell’ente consortile, portata avanti sempre d’intesa con le Case spumantiere, è stata ed è uno formidabile strumento a favore del Brachetto d’Acqui»

Commenti positivi anche di alcune aziende del comparto che stanno investendo sul Brachetto d’Acqui docg.

Alberto Lazzarino, della Vigne Regali di Strevi (Alessandria) che fa parte della eno-galassia Banfi, conferma i buoni segnali dagli Usa, Paese dove l’azienda e leader con l’etichetta di Brachetto d’Acqui docg Rosa Regale. «È vero – dice – negli Stai Uniti c’è molta attenzione e interesse attorno al Brachetto. È il risultato di investimenti massicci a favore di un vino in cui crediamo molto. I motivi del gradimento da parte dei consumatori sono vari: il Brachetto è un vino dolce ma non stucchevole, è un rosso, ha le bollicine, una bassa gradazione alcolica, un’ottima bevibilità. Caratteristiche che incontrano il gusto moderno». In Italia l’economia in recessione non aiuta. «Ma noi abbiamo tenuto. Non è poco» dice Lazzarino.

Alberto Lazzarino (Banfi-Vigne Regali)

Alberto Lazzarino (Banfi-Vigne Regali)

Anche Paolo Lovisolo della Bersano Vini di Nizza Monferrato (Asti) la prima, negli Anni Cinquanta, a puntare sul Brachetto d’Acqui, parla di segnali incoraggianti che arrivano dai mercati più evoluti, come quello degli Stati Uniti. «Stiamo registrando indicazioni positive – dice -. Il Brachetto d’Acqui docg è sempre più gradito, non solo come vino da dessert, ma anche come vino da bere in ogni momento della giornata. In questo senso, anche grazie alle iniziative messe in campo dal Consorzio, abbiamo rilevato un crescente interesse dei nuovi media americani che promuovono il Brachetto d’Acqui docg come vino di tendenza. Ma il lavoro da fare è ancora molto. Al Brachetto d’Acqui, però, non mancano le caratteristiche di successo. Un vino “dolce non dolce” che gli americani, e gli stranieri in generale, percepiscono come una assoluta novità. Lo dimostrano le 58mila visualizzazioni all’intervista sul Brachetto realizzata da noi in azienda, qualche tempo fa, da un canale web Usa».

Paolo Lovisolo (Bersano)

Paolo Lovisolo (Bersano)

Riccardo Capetta è a capo dell’azienda di famiglia a Santo Stefano Belbo. La Capetta è leader nella Gdo per quanto riguarda il Brachetto d’Acqui docg e crede tanto in questo vino che ha inserito anche in uno spot in programmazione in questo periodo sulle maggiori reti tv e radio italiane. Dice Riccardo Capetta: «Il Brachetto d’Acqui è per noi doppiamente strategico: perché è un vino che identifica una precisa area del Piemonte, regione in cui operiamo e di cui produciamo molti vini, e perché è una denominazione importante la cui qualità è ben nota in Italia dove Grande Distribuzione e Distribuzione Organizzata sono uno dei tanti canali per far arrivare il Brachetto d’Acqui al consumatore finale. Con la campagna istituzionale “E tu con chi lo bevi”, realizzata dal Consorzio pochi anni fa con buoni risultati – aggiunge l’industriale -, abbiamo avuto la conferma, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che comunicare il prodotto è essenziale per tenere viva l’attenzione dei consumatori sul Brachetto, come su qualsiasi altro vino. È per questo motivo che abbiamo deciso di abbinare anche un certo numero di spot con citazioni di prodotto alla nostra campagna di promozione del marchio Duchessa Lia».

Riccardo Capetta (Capetta)

Riccardo Capetta (Capetta)

E su come i mercati stiano accogliendo il Brachetto d’Acqui Capetta afferma: «È un vino che viene accolto positivamente ovunque. Chiunque lo assaggi ne resta affascinato e stupito per le caratteristiche di aromaticità e freschezza. Tuttavia trasformare questo impatto positivo in buone performance commerciali è spesso difficoltoso per tre motivi principali: un nome difficile da pronunciare per molte culture non aiuta in certi potenziali mercati: semplicità e musicalità del nome hanno la loro importanza soprattutto in certe aree. Lo spumante, la versione di cui noi siamo leader, è penalizzato in molti mercati da tariffe doganali molto alte. C’è poi anche il luogo comune, sul quale bisognerebbe concentrare gli sforzi di tutti, secondo il quale un prodotto dolce non può essere di eccellenza e di qualità alta». Quanto ai mercati esteri dice Capetta: «Gli Stati Uniti sono sicuramente il mercato dove abbiamo riscontrato un interesse e un successo crescente per il Brachetto d’Acqui e dal quale ci aspettiamo buone soddisfazioni. Stesso discorso per alcune aree del Centro/Sud America dove i vini dolci sono molto apprezzati».

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