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La storia. Da anonimo vino da tavola a etichetta docg pluripremiata. Compie 30 anni Vigne Vecchie, la superbarbera della Cantina di Vinchio e Vaglio (Asti) antenata del Nizza

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Ha 30 anni, se fosse una donna sarebbe una “rossa” nel pieno della vita, affascinante e corteggiata da tutti. Eppure all’inizio ha dovuto travestirsi e sotto “mentite spoglie” scalare tutti gradini prima di diventare una star. La storia della Barbera d’Asti docg “Vigne Vecchie”, uno dei vini di punta della Cantina di Vinchio e Vaglio, nell’Astigiano, è stata rievocata nel corso di un incontro con la stampa.
Un racconto suggestivo, fatto a due voci dal presidente della cooperativa, Lorenzo Giordano, e dal direttore generale Ernestino Laiolo.
«Era il 1987 – ha ricordato Giordano – il mondo del vino piemontese arrivava da una esperienza drammatica e traumatica come quella del metanolo. Bisognava scegliere come rifondere fiducia nei consumatori. Non senza perplessità e dubbi il cda di allora scelse di puntare su una Barbera di altissima qualità, con un disciplinare interno che ne garantisse caratteristiche uniche in vigna e in cantina».
Solo vigneti esposti in posizioni favorevoli, solo grappoli sani e raccolti esclusivamente in cassette, cernita delle uve in vigna e in cantina, vinificazione e affinamento in barrique, insomma Vinchio e Vaglio fa sul serio e senza saperlo pone le basi per quello che anni dopo sarà il Nizza docg. Ma (c’è il solito “ma”) quelli della Cantina non si fidano degli organi che devono assaggiare i vini doc e quindi, e nel timore che una simile Superbarbera, unica nel suo genere e a cui sono poco avvezzi perfino i palati degli esperti, non sia compresa e addirittura bocciata, la prima bottiglia di Vigne Vecchie esce con la denominazione di vino da tavola. «La cosa ci mise al riparo da rischi di incomprensione, ma negli anni che seguirono Vigne Vecchie ebbe così successo che ci arrischiammo a dichiararla come Barbera d’Asti doc e successivamente docg» ha detto Laiolo.
Così la Barbera d’Asti Vigne Vecchie fa il suo cammino e in 30 anni le prime 4 mila bottiglie diventate oltre 60 mila, non male per un vino da tavola con la licenza elementare che oggi è tra le etichette pluri laureate in grado di spuntare ottimi prezzi non solo sullo scaffale, ma anche in vigna visto che le uve barbera per Vigne Vecchie sono pagate con un premio di produzione al viticoltore che le conferisce.
Dunque quella di Vigne Vecchie è la storia vincente di una Barbera d’Asti con tante promesse mantenute e che ha ottenuto molti riconoscimenti tra cui, proprio recentemente, la medaglia d’argento al Rge Grand International Wine Award Mundus Vini.

 

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