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La “carica” dei piemontesi eletti ai vertici di Cia (Scanavino), Coldiretti (Moncalvo), Confagricoltura (Veggia) e Cna (Vaccarino). Ma cosa ci guadagna il Piemonte?

“Arrivano i piemontesi” si potrebbe dire mutuando un vecchio slogan pubblicitario degli Anni 80. Sta di fatto che crescono di numero le personalità originarie del Piemonte che ricoprono cariche apicali in varie importanti associazioni di categoria sia in ambito agricolo che dell’artigianato. L’ultimo, solo in ordine cronologico, è Dino Scanavino, 53 anni, imprenditore vitivinicolo di Calamandrana, nell’Astigiano, candidato unico alla presidenza nazionale della Cia (coltivatori). L’elezione è prevista per fine febbraio. La notizia è stata diffusa dal sito internet www.agricolae.ue che riporta anche la lettera al presidente in carica, Politi, con la quale Scanavino avanza la sua candidatura a nuovo presidente.

Dino Scanavino
Dino Scanavino

Altri piemontesi erano stati eletti a capo di associazioni di categoria. A metà dicembre Daniele Vaccarino, 61 anni, mprenditore metalmeccanico, di Castiglione Torinese, era stato eletto presidente nazionale della Cna (artigiani), poche settimane prima Roberto Moncalvo, 33 anni, imprenditore agricolo del Torinese, era stato eletto nuovo presidente nazionale di Coldiretti. Infine, sempre piemontese, è uno dei vicepresidenti nazionali di Confagricoltura, si tratta dell’astigiano Ezio Veggia.

Daniele Vaccarino
Daniele Vaccarino

 

Roberto Moncalvo
Roberto Moncalvo
Ezio Veggia
Ezio Veggia

Ora che la carica dei piemontesi faccia piacere a noi di SdP e pure a moltissimi abitanti della regione della Mole e dei gianduiotti, è cosa buona e giusta. Che questa cosa abbia ricadute favorevoli su una terra che, complici molte congiunture, sta vivendo uno dei periodi meno rosei della sua storia recente e passate, beh questo è tutto un altro paio di maniche.

Scanavino, interpellato per un’intervista a SdP, rimanda a data più consona, cioè dopo la sua elezione. Moncalvo ha a che fare con una associazione che, nel tempo, si è affrancata dalla mera gestione di “cose dei campi” diventando alternativamente fornitore di servizi, fonte di comunicazioni sociali, organizzatore di manifestazioni pro made in Italy, elargitore di sondaggi e ricerche. Insomma Coldiretti è sempre più un soggetto multiforme. Strada intrapresa, sia pure con sfumature diverse, anche da Cia e Confagricoltura che con Agrinsieme stanno dando vita ad un nuovo soggetto rappresentativo in ambito agricolo tra i cui scopi iniziali dichiara l’accesso a nuovi canali di comunicazione e la volontà di creare reti di aziende rurali sempre più competitive. Resta da vedere quanto il Governo centrale, qualsiasi sia la guida politica, ritenga centrale l’agricoltura per un Paese come l’Italia che lentamente ma inesorabilmente sta perdendo le leadership in settori che prima erano considerati primari, come l’auto, l’acciaio, la chimica, l’industria manifatturiera. E qui si inseriscono anche le speranze riposte nella presidenza della Cna. Il Piemonte, come tutta l’Italia, è da sempre terra di artigianato di altissima qualità. In questo campo non ci batte nessuno. Eppure leggi e tasse fanno di tutto per deprimere gli artigiani. Riuscirà il piemontese Vaccarino a portare in ambito nazionale la concretezza e il buon senso dei monsù travet lavorano in Piemonte?

C’è da augurarselo. Per ora brindiamo, con vino rigorosamente piemontese, ai piemontesi che si fanno onore e raccolgono oneri. A loro facciamo gli auguri di buon anno e buon lavoro.

SdP

 

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