Nel castello di Moasca, in provincia di Asti, è stata presentata la campagna pubblicitaria sulla Barbera d’Asti docg.Di nuovo, a parte la campagna da 400 mila euro e una apparente sinergia tra istituzioni e produttori, c’è stato poco, anche se qualcuno assicura che questo “poco” sia già abbastanza per un mondo come quello del vino piemontese che appare ancora statico e comatoso, restio alle novità.
Dunque ecco la nuova réclame del rosso più diffuso in Piemonte. Il presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato, Enzo Gerbi, ha ripercorso le tappe che hanno condotto alla realizzazione del progetto. In coda l’intervista a Sdp con alcune considerazioni davvero interessanti.
La direttrice consortile, Patrizia Barreri, ha parlato di mercati e della necessità di svecchiare l’immagine della Barbera d’Asti ritenuta, dagli analisti, polverosa e con poco appeal.
Marco Prunotto, il pubblicitario torinese responsabile della campagna, ha illustrato scelte di grafica e slogan; Francesco Deogiovanni funzionario della Cassa di Risparmio di Asti ha confermato disponibilità finanziaria, mentre il presidente della Camera di Commercio di Asti, Mario Sacco, ha assicurato attenzione e aiuto.
Analoghe assicurazioni da parte dei politici astigiani: il senatore Sebastiano Fogliato della Lega Nord (rumors lo indicano come prossimo Ministro all’Agricoltura, ma in ballottaggio con l’ex governatore del Piemonte e attuale senatore Pdl, Enzo Ghigo); Massimo Fiorio (Pd) segretario della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati; e Fulvio Brusa, assessore all’Agricoltura della Provincia di Asti che è già stata sponsor e promotore primo di Barbera Meeting, la manifestazione dedicata alla Barbera che si è svolta dall’8 all’11 marzo scorso.
Vi risparmiamo i continui quanto stucchevoli richiami al territorio, alla necessità di rilanciare il Piemonte in chiave di grande produttore d vini di eccellenza, alle ennesime citazioni del Progetto Unesco che candida i paesaggi vitivinicoli piemontesi a Patrimonio dell’Umanità. Tutte cose utili, ma forse da ricordare in altri consessi, magari meno avvezzi a questi messaggi che rischiano di sembrare aria fritta.
Degni di nota, invece, alcuni interventi flash a fine presentazione da parte di alcuni produttori di Barbera. Tra tutti citiamo Michele Chiarlo che ha richiamato i collegi alla qualità del prodotto vino: «Anni fa – ha ricordato – si son fatte operazioni all’estero con Barbere pessime e il risultato è che oggi è difficile piazzare anche ottimi prodotti perché quei mercati sono memori di quello che è accaduto»; Massimo Pastura (la Ghersa) che ha sottolineato la difficoltà per i produttori di Barbera d’Asti di spiegare ai clienti la differenza con altre varietà come la Barbera d’Alba; Maurizio Gily (consulente agronomo e pubblicista) che ha chiesto al consorzio una maggiore attenzione ai nuovi media; Romano Dogliotti (La Caudrina) che ha annotato come molti produttori albesi abbiamo acquistato vigneti di barbera nell’Astigiano.
Insomma argomenti da dibattere più che ad una presentazione di un nuovo slogan, ad una giornata di studio full immersion su pregi, difetti e potenzialità della Barbera d’Asti docg. E non è detto che non si faccia, magari tra una réclame e l’altra.
Videointervista a Enzo GerbiInfine una nota di servizio: dall’8 aprile la Barbera d’Asti docg, con il logo della campagna di promozione, un’impronta digitale umana a forma di calice in campo rosso vinaccia, sarà protagonista al Vinitaly di Verona, in uno stand da 50 metri quadrati cogestito da Consorzio, Provincia e Camera di Commercio di Asti e che presenterà un banco d’assaggio con 160 etichette.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Video sui vigneti del Barbera d’Asti