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Allarme Coldiretti: «Agro-import da 300 milioni per fare concorrenza alle eccellenze piemontesi». Carne in crisi?

In un anno sono stati spesi oltre 300 milioni di euro per l’importanzione di prodotti agroalimentari, carne in testa, che fanno concorrenza alle eccellenze piemontesi e al made in Italy. È quanto ha denunciato in una nota la Coldiretti del Piemonte dopo un vertice con l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto.

Si legge nel comunicato che «Nel 2009 in Piemonte oltre trecento milioni di euro sono stati spesi per l’import di prodotti agroalimentari dall’estero. Le voci più significative riguardano le carni bovine, quelle suine destinate al consumo fresco e alla trasformazione e il latte UTH a lunga conservazione».

I dati sono stati resi noti dall’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, che li ha comunicati alla giunta di Coldiretti Piemonte.

Insomma nonostante la celebrazione quotidiana della bistecca di Fassone, del castrato piemontese, dei salumi di Langa e del latte delle valli cuneesi, in Piemonte si continua a importare prodotti stranieri. Masochismo commerciale o esigenza reale di mercato?

Il comunicato Coldiretti non lo dice e indica in 370 mila tonnellate i prodotti agroalimentari importanti nel 2009 in Piemonte (e il trend per il 2010 sarebbe lo stesso) a fronte di una produzione agricola piemontese pari a un miliardo e 370 milioni di euro.

Ha dichiarato Paolo Rovellotti, presidente di Coldiretti Piemonte: «I dati presentati oggi sono allarmanti e sottolineano quanto effettivamente temevamo sulle importazioni e soprattutto confermano la necessità di sapere dove vanno a finire questi prodotti, come sono lavorati e quali informazioni  riportano le confezioni che li presenteranno ai consumatori».

Coldiretti piemonte in pratica vuole conoscere quali sono le industrie che trasformano i prodotti importati per poter controllare se vengono venduti come made in Italy.

Per Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte «I numeri portano a ipotizzare una spesa di oltre trecento milioni di euro non veicolata sul territorio piemontese, a scapito del made in Italy e della sicurezza dei consumatori, di cui è diretta conseguenza una perdita di opportunità di posti di lavoro nell’indotto».

Il settore più in sofferenza sarebbe quello della carne. Ha detto Rovellotti: «In un momento di così forte crisi per il settore della carne piemontese i dati consegnati dall’Assessore regionale all’agricoltura confermano che vengono importati più di 2.000 capi bovini già macellati e questo è un segnale che conferma la pericolosità di una tendenza già consolidata».

L’assessore Sacchetto, sempre secondo la nota Coldiretti, non avrebbe negato le difficoltà di bilancio: «Ci troviamo in un momento di assestamento. Ora la scelta politica è quella di garantire in primo luogo il Piano di Sviluppo Rurale. L’obiettivo principale è far tornare l’azienda agricola al centro delle politiche regionali, insistere sulla filiera corta e sulla meccanizzazione agricola».

Sdp

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  1. beh, intanto in Piemonte – soprattutto al Sud – Auchan e Carrefour hanno impiantato mega punti vendita in centri commerciali e outlet. Qualcosa vorrà dire. Accordi tra Ministero e Gdo? Purtroppo, e lo dico da consumatore, non credo che il nostro Governo abbia questo punto tra le priorità…

  2. Ma qualcuno non continua a dire che la grande distribuzione è il male assoluto? Per intanto quella francese – chissà che prodotti vendono i francesi?- si sta stabilizzando in Piemonte (Carrefour e Auchan), per intanto il Governo italiano non attiva nessun tavolo, come è avvenuto in Francia, con la grande distribuzione …nazionale. Oltralpe si sono stabiliti accordi tra Ministero e grande distribuzione
    massimo fiorio

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