La segnalazione arriva di domenica mattina, attraverso un socialnetwork (e come sennò?). Un lettore di SdP ci invia alcune foto di una bottiglia di Moscato spumante a 2 euro. Ceco. Cioè imbottigliato da una società della Repubblica Ceca (http://www.soaresekt.cz/) che vende molti vini tra cui due tipologie di Moscato spumante, uno bianco e uno rosato.
Non è questo a sorprenderci. Il vitigno moscato, con buona pace dei litigiosi e, a nostro avviso, poco lungimiranti piemontesi, non viene coltivato solo in Piemonte o in Italia ma in tutti il mondo. Quindi il nome Moscato non può essere tutelato. Lo dimostrano i tanti Moscato o Muscat già presenti in Usa e in altre parti del mondo. In questo senso l’Asti docg è in posizione migliore grazie all’azione di tutela che, sotto la direzione di Ezio Pelissetti oggi ad di Valoritalia, della denominazione fatta a suon di cause legali in molti Paesi esteri.
Tuttavia quello che colpisce di questo Moscato spumante Ceco è la dicitura, in italiano, “prodotto frizzante” che si legge in etichetta. Perché in italiano? Il packaging è quello classico degli spumanti che è classico dell’Asti docg. Lo fanno anche le aziende piemontesi che commercializzano gli spumantelli dolci a base moscato che sembra Asti ma non lo sono. Ma l’interrogativo resta: perché i cechi hanno deciso di scrivere in italiano sull’etichette del loro Moscato spumante. Forse pensano di acquistare un appeal attraverso l’italian sound? Oppure hanno in animo di sbarcare sul mercato italiano? Sia come sia il segnale non è confortante e dovrebbe mettere sul chi vive Consorzio e produttori. Anche perché nella sezione di e-commerce dell’azienda il Moscato Ceco è venduto a 57 corone, al cambio sono poco più di 2 euro la bottiglia. Ora si dirà che l’Asti docg è un’altra cosa. Vero. Che il Moscato d’Asti è altra cosa. Vero. Però nella presentazione dell’azienda (qui) l’azienda dichiara di avere “filiali estere affiliate”. Il che suona un po’ come “occhio che arriviamo noi”. Perciò attenzione a nuovi e vecchi competitor. A non fare l’errore di sottovalutare nessun avversario, magari perdendosi in diatribe interne che sanno di litigio da spogliatoio. Come ha fatto l’Italia di Prandelli agli ultimi Mondiali. Si rischia di perdere la partita facendo la figura dei fessi. E nel commercio, come nel calcio, non è bello.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
ognuno la pensa come vuole….
Sordi ma non muti tantè che Tu puntualmente denunci i pericoli…ma poi non è più pericoloso un Moscato Spumante prodotto da una ditta della nostra zona che un Moscato Spumante Ceco, anche perchè in uno Moscato Spumante canellese, santostefanese o cossanese potrebbe benissimo esserci vino moscato ceco, spagnolo o pugliese, ma battezzato nella zona tipica dell’Asti Spumante diventa Moscato Spumante canellese santostefanese o cossanese. Allora tanto vale avere un Moscato d’Asti Spumante DOCG, almeno ci sono i controlli…. buon Moscato d’Asti Spumante…dei Sorì
il guaio è che e noi siamo sordi…
nON FA PAURA è CECO….
bUON MOSCATO D’ASTI…
Ennesimo esempio del fatto che non siamo gli “unici al mondo” del moscato!! Ma forse come “Asti” si!!!
Buon Asti spumante a tutti!!!