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Il ministro Zaia arriva alla Douja d’Asti. I politici indigeni chiedono aiuti per il vino in crisi. Niente di nuovo sotto il sole, ma c’è da sperare che qualcosa si muova. Finalmente.

 

Il ministro Zaia con Mario Sacco, presidente della Camera di Commercio di Asti che organizza la Douja d'Or. Alle loro spalle un perplesso Roberto Cota, capogruppo leghista alla Camera e, si dice, prossimo candidato alla presidenza della Regione Piemonte
Il ministro Zaia con Mario Sacco, presidente della Camera di Commercio di Asti che organizza la Douja d'Or. Alle loro spalle Roberto Cota, capogruppo leghista alla Camera e, si dice, prossimo candidato alla presidenza della Regione Piemonte

Tutto secondo copione: un ministro che arriva ospite ad una manifestazione, i politici di turno che lo omaggiano e prendono la palla al balzo per chiedere un “aiutino”, il solito codazzo di giornalisti, curiosi, nani e ballerine. È accaduto anche ad Asti, nel pomeriggio uggioso e piovoso di venerdì 18 settembre. A pochi giorni dall’apertura il ministro dell’Agricoltura, il leghista Luca Zaia (enologo e con una laurea in veterinaria), da Conegliano (l’altra capitale italiana, con Canelli, dello spumante nazionale), ha visitato la Douja d’Or di Asti, il concorso enologico nazionale che ogni anno si fa nella città di Alfieri. Che dire? Zaia ha stretto mani, sorriso, assicurato interessamento, mentre la presidente della Provincia, l’on. Maria Teresa Armosino non ha mancato di chiedere al ministro aiuto per la crisi che attanaglia la Barbera (si parla di uve vendute a 2 euro al miriagrammo). Tutto secondo la trama già vista della “visita del ministro”. Questa volta, però, speriamo che qualcosa, oltre ai soliti discorsi fumosi, di concreto ne venga fuori.

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