Il ministro Luca “grease” Zaia tradito dallo spumante fantasma, scambia il Loazzolo doc per l’Asti docg

Scivolone di fine anno per il ministro delle Politiche agricole, Luca “grease” Zaia. Nel suo menù a base di ricette regionali di fine anno, riportato nell’edizione del 30 dicembre 2009 dal quotidiano Libero diretto da Maurizio Belpietro, il difensore delle tipicità italiane, che noi di Sdp per questo abbiamo recentemente lodato, consiglia a fine cenone di San Silvestro un vino piemontese, il Loazzolo docg, «…. uno degli ottimi vini spumante del Made in Italy» afferma con sicurezza il ministro del Governo Berlusconi. Peccato che il Loazzolo docg spumante  non esista.

Il Loazzolo doc (cioè a denominazione d’origine controllata e senza la g di “garantita”) è un vino passito che si ottiene con la torchiatura di uve moscato (le stesse utilizzate per produrre l’Asti che, questo sì, è docg ed è uno spumante ideale per le feste) vendemmiate tardivamente, tra ottobre e novembre e solo ed esclusivamente nella zona di Loazzolo, ridente paesino della Langa astigiana.

Uno svarione dettato dalla fretta o, come al solito, il collega che ha raccolto l’intervista al ministro ha “travisato”? Difficile appurarlo, anche se l’intervista è stata pubblicata pari pari oltre che dal sito di Libero (http://www.libero-news.it/articles/view/604486), anche dalla rassegna stampa on-line del Governo (http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=42075578).

Oh, intendiamoci, quello di Zaia è una bagatella in confronto a personaggi pubblici che hanno brindato sulle reti tv italiane con prodotti stranieri, Champagne in testa, o alle eno-stupidaggini distribuite a piene mani da presunti agrocomunicatori.

Tuttavia inviamo un suggerimento ai produttori di Loazzolo doc: urge inviare una cassetta di passito al ministro (che dovrebbe essere prossimo alla candidatura come Governatore del suo veneto), così si documenta al meglio sui vini piemontesi.

F.L.