
Due volte 18 e poi 24, 36 e 60: una cinquina di spumanti, per fare tombola o, come direbbero gli anglofoni, bingo. Ma anche per vincere, come si dice in gergo pokeristico, un ricco “piatto”: il mercato delle bollicine di altissima qualità, in Italia e all’estero. Parte da questa serie matematica la nuova sfida del nuovo corso Gancia, l’azienda canellese a cui si deve, più di un secolo e mezzo fa, il primo spumante d’Italia. I numeri si riferiscono ai cinque nuovi spumanti Metodo Classico di una serie “gold” destinata all’horeca (hotel, ristoranti, bar e enoteche) e che, proprio in questi giorni, è in corso di presentazione da parte delle rete vendita dell’azienda canellese. Sdp ha degustato in anteprima alcuni di questi spumanti. Gli uomini del marketing Gancia hanno sottolineato aspetti caratteristici dell’operazione: grande attenzione alle cuvée, pressatura soffice per ottenere solo il “fiore” delle uve, fermentazione in bottiglia e affinamento controllato in bottiglia per periodi variabili dai 18 ai 60 mesi. Il risultato sono spumanti di eccellenza Metodo Classico (quello che deriva, con molte varianti, da quello champenoise) che promettono di aggredire il mercato italiano e straniero con qualità indiscutibili e prezzi anti-crisi per i rivenditori (si parla tra gli 11 e i 21 euro a listino). Sdp ha degustato il cuvée brut 18 mesi, bianco e rosè, e il cuvée 36 mesi Alta Langa doc. I primi due “diciottenni” si presentano freschissimi, con un perlage finissimo e persistente. Il bianco appare più di carattere, forte e nello stesso tempo gentile, con profumi che rivelano le uve di provenienza pinot nero (65%) e chardonnay (35%). Il rosé è un pinot nero in purezza spumantizzato rosato, ha un appeal fortissimo all’aspetto e al gusto è morbido e equilibratissimo, quasi vellutato. Il 36 mesi Alta Langa doc è la punta di diamante di un progetto, appunto quello dell’Alta Langa, ossia uno spumante brut prodotto solo con uve pinot nero e chardonnay coltivate nella Langa piemontese su colline a quote non inferiori ai 250 metri. Il frutto è uno spumante di collina alta e di altissima qualità, affinato per oltre tre anni (l’annata è dichiarata in etichetta), legittimo erede della tradizione spumantisca italiana che, quando raggiunge queste vette, non concede spazio a nessuno concorrente, italiano o europeo che sia. Ma ci sono altre due stelle nella pentacostellazione Metodo Classico Horeca di Gancia: un Asti spumante docg Metodo Classico con fermentazione in bottiglia di 40 giorni e successivo affinamento per almeno 24 mesi, e un superlativo Alta Langa doc Metodo Classico affinato oltre 60 mesi, un must eclatante che ha pochi eguali nel panorama della spumantistica italiana. Entrambi hanno in etichetta l’annata. Sdp non li ha degustati, ma conta di farlo presto. Per un motivo, soprattutto: questi spumanti sembrano testimoniare, in qualche modo, che la Casa canellese, nonostante la ristrutturazione aziendale in corso e lo spostamento di alcuni uffici direttivi a Milano dove è stato anche allestito uno spazio promozionale Gancia, non ha perso di vista il territorio di origine che, anzi, oggi appare più centrale. Poteva essere fatto prima, come ha detto qualcuno? Forse sì. Ma meno male che almeno ora lo si è fatto, e in questo modo.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Comunque, caro Gianni, di chiunque sia l’idea basta che funzioni ché la zona ne ha un tremendo bisogno… o no?
Ho letto con attenzione questo articolo.
Venerdì ho preso appuntamento e con Beppe Orsini, faremo una degustazione alla Gancia. Spero proprio sia un inizio di risalita.
Ma un dubbio: è tutta farina del nuovo management, sopratutto nel caso di un 60 mesi?