Gancia, l’azienda che ha inventato lo spumante italiano, sembra volere cambiare pelle. Con lo slogan “Sganciamoci” la maison canellese delle bollicine ha dato il “la” ad una campagna di comunicazione. Preceduta da alcune importanti scelte aziendali che, di fatto, stanno trasformando l’immagine della storica Casa spumantiera. La scelta di un nuovo amministratore delegato, Paolo Fontana (marito di Elisabetta Gancia); di trasferire buona parte degli uffici direttivi a Milano; la dichiarazione di esuberi (sembra una quindicina) tra il personale della sede centrale di Canelli; e l’apertura di un centro di rappresentanza ancora a Milano, segnano un nuovo corso, sicuramente la voglia di cambiare. Ma da cosa?
Il 29 settembre, Paolo Fontana ad un collega de Il Giornale che gli faceva notare come il nome Gancia sia legato soprattutto allo spumante dolce, rispondeva: «Sì, gli spumanti dolci costituiscono tuttora il 70% della nostra produzione, che è di oltre 30 milioni di bottiglie. Ma il gusto ormai è orientato sui secchi, ed è qui che vogliamo rafforzarci. Una recente ricerca ha messo in luce che un terzo dello spumante dolce resta nella bottiglia».
Insomma la Gancia, dopo avere inventato il Modonovo,un Asti Spumante non stucchevole e a tutto ppasto, avere riscoperto l’Asti fermentato in bottiglia (champenois) e il Moscato d’Asti “tappo raso”, si sgancia dal gusto dolce? Forse non è così, ma le parole di Fontana sembrano preludere ad un possibile mini-sganciamento dal mondo del Moscato che per il piemonte significa 100 milioni di bottiglie vendute nel mondo, tra Asti e Moscato “tappo raso”.
Fontana e i suoi manager, però, avranno fatto bene i calcoli. E che dire della sede di prestigio aperta a Milano. Lo stesso Ad spiega a Il Giornale che: «A una gestione familiare si è sostituita una visione manageriale, con cinque dirigenti rispetto ai precedenti dieci».
Lo stesso Fontana, nell’intervista al quotidiano diretto da Vittorio Feltri, parla di un periodo di crisi che, secondo il manager, starebbe finendo. Del resto su Gancia e i suoi marchi, proprio in queste settimane, circolano voci. C’è chi parla di cessioni, di alleanze, di accordi e trattive. Rumors e boatos che non sono confortati da dichiarazioni ufficiali e che, anzi, sembrano perdere consistenza quando la maison annuncia (anche nel corso di una recente riunione con i suoi dipendenti) un rilancio poderoso dei marchi e della propria immagine attraverso operazioni di pr importanti, come, ade sempio, l’apertura di un nuovo spazio in quel di Milano.
Da Internet, infatti, si apprende che: «La storica azienda di Canelli che nel 1865 creò il primo spumante Metodo Classico Italiano strabilia Milano con una nuova location: lo Spazio Gancia. Ad ospitarlo sarà una terrazza all’ultimo piano di un palazzo in Via Tortona 21, zona eletta quartiere dell’arte contemporanea e nota a livello internazionale per i molteplici eventi di moda, di design e per la movida milanese. Questa location non è solo una terrazza, una sede espositiva, una conference room o un luogo per piccoli concerti e private parties ma è il luogo ideale per occasioni e avvenimenti selezionati, un vero e proprio “spazio” firmato Gancia in cui accogliere con stile gli eventi e le personalità più esclusive. Primo appuntamento a novembre, in cui Spazio Gancia ospiterà le quattro arti: spumantistica, alta cucina, gioielleria e scultura si fonderanno e valorizzeranno in uno straordinario evento. La leggerezza delle bollicine del metodo classico Gancia esalterà la cucina molecolare del cuoco argentino Filippetti, un’esposizione di gioielli di Lucia Odescalchi e delle sculture dei maestri contemporanei della Fonderia Artistica Battaglia saranno il filo conduttore del concetto di leggerezza che verrà presentato alla stampa italiana ed estera».
Tradotto: bisognava apparire perchè per anni la Gancia è rimasta arroccata sulle colline canellesi e quindi c’era l’urgenza di svecchiare, apparire, comparire. E cosa di meglio della capitale del lusso e del glamour?
Okkei, vabbè. Tuttavia alcuni interrogativi ci sorgono spontanei: perchè la «leggerezza delle bollicine» made in Gancia deve sposarsi con la cucina molecolare? Cioè quel tipo di cucina che, Striscia la Notizia insegna, ha fatto e fa discutere molto circa la necessità di usare elementi chimici per alcune ricette? Non era meglio puntare, che so, su tajarin e tartufo, risotto con porcini o torta di nocciole? Ricette poco trendy? Però sicuramente made in Italy (e anche in Canelli), come le bollicine Gancia.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)