Sul quotidiano Italia Oggi, diretto da Franco Bechis, l’ad della casa canellese, Paolo Fontana, fa fuoco, fiamme e anche un po’ di fumo…Parla, infatti di una nuova strategia aziendale: più spumanti e meno spirits. Tradotto: torniamo all’antico, che è meglio, e molliamo stupidaggini come liquori francesi e vodke russe (che poi, però, in parte restano in gamma). Or dunque Fontana ripensa ad una Gancia più tradizionalmente legate alla missione primitiva, quella che deve aver pensato anche il fondatore Carlo Gancia quando più di un secolo fa inventò il primo spumante italiano. L’ad disquisisce di bilanci e fatturato, assicura che ora i ricavi sono in crescita mentre prima (quando?) erano a zero. E non ha paura di indicare la via maestra: più spumanti e vini legati al territorio. Fontana, però – e la collega di Italia Oggi (Luisa Contri) chissà perché non glie lo chiede – non parla delle voci imndicano con insistenza una dieta dimagrante anche per di dipendenti della Casa canellese, soprattutto gli impiegati, e del trasferimento a Milano degli uffici direttivi della storica maison spumantiera di Canelli. Su questo nulla, non una parola. Peccato, visto che le sorti dell’azienda stanno a cuore ad una zona che è tra le aree più vocate ed economicamente strategiche nel panorama enologico italiano. Pe il resto l’articolo della Contri, forse un po’ troppo in linea con i comunicati aziendali, fa sorgere più di qualche interrogativo. Per esempio: quali sono i vitigni dell’Alta Langa (che è una doc oltre che un soggetto geografico) su cui Gancia starebbe puntando (pinot nero, grigio, chardonnay?) e perché non si parla di Moscato d’Asti tappo raso che è un prodotto gemello all’Asti ed è in crescita? Mah…
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)