Il 24 febbraio a Nizza Monferrato ci sarà la presentazione delle mappe del Nizza docg, il vino a base di uve barbera che ha saputo ritagliarsi, con successo, una sua denominazione e identità ben precisa. Se ne parlerà, appunto, il 24 con gli esperti che hanno elaborato una “zonazione” dei vigneti sparsi nei Comuni della zona nicese da cui si ricava questo grande rosso.
Il presidente dell’associazione, una cinquantina di iscritti, ha voluto incontrare i giornalisti sabato per annunciare l’evento del 24, ma in verità sono state poche le anticipazioni, «Spiegheremo tutto in quella occasione» ha spiegato Bertolino che ha rimarcato come l’esigenza di una “carta d’identità” delle vigne del Nizza sia arrivata non solo dai mercati, ma anche dagli stessi produttori.
E tuttavia dall’incontro sono uscite alcune novità che riguardano la filiera. Con il presidente del Nizza, infatti, c’erano anche il presidente del Consorzio della Barbera, Filippo Mobrici, il sindaco di Nizza, Simone Nosenzo con l’assessore al Commercio, Marco Lovisolo e il presidente dell’enoteca regionale di Nizza Monferrato, il produttore Mauro Damerio.
Da Nosenzo e Lovisolo sono venute assicurazioni sul fatto che Nizza sarà sempre più capitale del grande rosso: «Siamo partner e organizziamo molti eventi nel nome del Nizza docg. Sostenere che non coinvolgiamo la città è ingeneroso oltre che immotivato» hanno risposto Nosenzo e Lovisolo.
Damerio e Mobrici hanno sostenuto l’esigenza di promuovere una rete di collaborazione e contatti con gli altri Comuni che ricadono nella zona del Nizza docg e hanno auspicato maggiore sensibilità di istituzioni e cittadini «Perché il Nizza docg è una risorsa per tutti». Mobrici, in particolare, ha ricordato l’avvio da parte del Consorzio della Barbera di Comitati appositi dedicati alle varie denominazioni tutelate dall’ente consortile: «E il Nizza docg, i cui volumi, che riveleremo lunedì 12 febbraio nel corso dell’annuale conferenza stampa di presentazione dei dati che riguardano le denominazioni del vini del Monferrato, stanno andando più che bene, ne ha uno apposito» ha annunciato.
Inoltre il presidente del Consorzio ha auspicato che anche nell’Astigiano, come in altre aree vinicole piemontesi e italiane, si prenda consapevolezza del valore di una comunità unita con precisi punti di riferimento. Un accenno esplicito al ruolo ancora poco marcato di Asti città quale capitale di un grande territorio con grandissime vocazioni vitivinicole che comprende il Monferrato, l’Astesana e la Langa Astigiana.
«Oggi – ha aggiunto Mobrici – non vedo ancora chiaro questo progetto che darebbe un impulso notevolissimo a una filiera, come quella del vino, che sta diventando sempre più strategica per economie, società e valore di vita in tante aree d’Italia e del mondo».
fi.la.