Esclusivo. Walter Massa parla del futuro del vino piemontese. E sul marketing attacca: «Politici immobili e senza idee»

inserito il 10 Giugno 2011

Walter Massa è uno dei personaggi più noti e autorevoli del mondo del vino piemontese. Sdp lo ha intervistato e ne è nato un discorso-manifesto sul futuro del vino “Made in Piemonte”. Senza sconti per nessuno, com’è nello stile di Massa. Il papà del Timorasso parla di dati positivi, di quello che è stato fatto, ma anche di quello che non è stato fatto e di quello che si sarebbe dovuto fare, dell’assenza dei politici, delle divisioni tra i produttori, delle grandi occasioni di libertà che offre Internet anche in tema di eno-promozione, della necessità di umiltà e delle grandi opportunità che il vino piemontese ha e che ancora non sono sfruttate.

Quella di Walter Massa è quasi una mini lectio magistralis, espressa con tutta la passione di chi ama il proprio mestiere, che non è un lavoro, ma una missione di vita. Con tanto di appello finale, ancora ai politici: fare in modo da passare dall’economia attuale “epilettica” ad un “pil-etico” virtuoso. Un consiglio da tenere in debito conto, come i vini di Walter Massa.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

Intervista a Walter Massa


9 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. pollo che ci ha creduto 6 Luglio 2011 at 09:47 -

    una precisazione geografica e storica: la Val Borbera col tortonese non ha mai avuto a che fare, almeno fino all’annessione recente della comunità montana da parte di quella valcuronese.
    Basta vedere dove vanno a scuola i figli della Valle, o dove vanno e sono andati a lavorare i loro genitori e nonni: Genova, Arquata, Serravalle, Novi Ligure.
    Tortona non pervenuta

  2. pollo che ci ha creduto 6 Luglio 2011 at 09:43 -

    leggo solo ora la tirata di una sedicente valborberina amante della barbera…
    delirio puro.
    in particolare quando parla di marchettari e di amministrazioni oculate, evidentemente da intenditrice.
    io dichiaro la mia ignoranza totale su entrambi gli argomenti: non so nulla di marchette, e fatico a vedere le amministrazioni oculate. Buio totale sui compensi da parte di queste ultime a “chi dice”, ma sicuramente la SIGNORA con le palle piene (bella figura retorica) potrà fare nomi e cognomi, col coraggio indiscusso che sembra contraddistinguerla

  3. filippo 16 Giugno 2011 at 19:42 -

    @neabbiamo ecc… ec..: hai espresso la tua opinione, liberamente e per questo liberamente, almeno su questo blog, possono esserci anche commenti che tu definisci pretestuosi e supponenti. È la democrazia, bellezza! Di cui, come sai, i referendum sono una delle espressioni più alte. Se questo vuol dire leggere commenti che non piacciono, beh, pazienza, si può rispondere o ignorare. Meglio la più pessima delle democrazie che la dittatura più liberale… quanto al resto – tranne la geografia alessandrina su cui, da astigiano, non metto becco – concordo… 

  4. neabbiamopienelepalledeifintituttologipollimarchettari 16 Giugno 2011 at 18:12 -

    @ pollo – i miei commenti di appassionata della Barbera e di borberina:

    1. orografia [o-ro-gra-fì-a] s.f. (pl. -fìe) SCIENT Parte della geografia fisica che studia i rilievi montuosi ‖ Complesso dei rilievi montuosi ‖ Disposizione dei rilievi montuosi in un determinato territorio. Di valli non si parla. UMILTA’ magari raggiunta per la Barbera, ma IGNORANZA dilagante tra i sedicenti connoisseurs.

    2. La Val Borbera è situata al confine tra Piemonte (AL), Liguria (GE) e Emilia-Romagna (PC). Si accettano scommesse sullì’attribuzione all’area tortonese (contigua e la più vicina) o a scelta a quella che ci piace di più.

    2. non sappiamo che farcene degli inefficaci commenti pretestuosi e supponenti , auspichiamo quindi l’astensione per il resto del secolo di tutti i prezzolati e politicanti sui temi del gusto e della qualità

    3. la Barbera migliore ci piace – il rapporto qualità prezzo è più che valido per il consumatore e quindi se ne auspica un massiccio incremento nei consumi perchè è il rosso più generoso per le nostre tavole nel quotidiano

    4. il mondo è fatto di chi fa e chi dice. I contadini fanno. Le aziende agricole dedicate producono immagine e qualità, promuovono il territorio. Un’amministrazione oculata e/o illuminata saggiamente dovrebbe incentivarli e premiarli per il fare. Magari risparmiando sui compensi a quelli che dicono ? E’ un’idea post referendaria…

  5. flavio 15 Giugno 2011 at 20:22 -

    purtroppo ha straragione Walter Massa ,io continuo a sostenere che se una azienda piccola puo’ “tracciare “la provenienza delle propie uve dovrebbe avere la possibilita’ di inserire in etichetta il nome del comune di produzione in modo da fare anche un po’ di pubblicita’ al nostro territorio……cosi evitiamo le sottozone .In alternativa si segue l’iter che parte dalla sottozona (noi di canelli ne sappiamo qualcosa…..)per poi arrivare alla dop …..fantascienza ? no
    Le leggi le fanno le lobby europee guidate dagli industriali…noi vignaioli dobbiamo lavorare…
    ciao e w il moscato e la barbera

  6. walter massa 14 Giugno 2011 at 13:40 -

    ho urgenza di chiarire cosa intendo per umilta’ sulla barbera.
    la barbera docenondoc a 0,25 al litro non e’ umilta’, ma VERGOGNA. e’ una cosa che non mi appartiene. piuttosto il torrente curone o il belbo o bormida o talloria.
    Per umilta’ che manca, intendo il coraggio da parte di tutti coloro che dicono di amare la barbera , se la vogliono veramente a valenza economica, culturale, qualitativa, comunicativa, ludica e di appartenenza devono smetterla di chiamarla barbera, tranne che nella tipologia popolare “piemonte IGT barbera” *.
    ad esempio, per asti, il mondo riconosce il moscato, come nel caso del pinot nero, per champagne, il mondo riconosce le bolle e una cultura del pinot nero. quando si parla di vino rosso, si parla di la tache, o di gevrey-chambertin. la mi amata barbera, vassalla al moscato, nebbiolo, arneis, grignolino, cortese,dolcetto e da molto poco al timorasso, deve prendere forza di mappare su grandi bottiglie di rosso tutte le colline piemontesi da pozzolgroppo a pian romualdo. solo cosi, dara’ PIL etico e non ePILettico. Confido nella nuova generazione di amministratori visto che non possono governare le nefandezze di chi li ha preceduti. UNA PER TUTTE? ai GRAND crusi vecchi, hanno risposto con le SOTTOzone. storie che non mi appartengono… w

  7. pollo che ci ha creduto 13 Giugno 2011 at 18:32 -

    non vedo di che ci si dovrebbe difendere, sinceramente.
    Sul senato, era un augurio, per delle ambizioni che in democrazia sono sempre legittime.

  8. filippo 13 Giugno 2011 at 12:55 -

    @maurizio: non sono l’avvocato difensore di Massa – che può difendersi, se vuole, benissimo da solo – e non posso avere la certezza che le sue parole siano, astute. Certamente sono concetti che fanno riflettere, detti da uno che nel vino non c’è dall’altroieri. Quanto alle aspirazioni politiche a me, per la verità, non ha dato e non dà l’impressione di uno che voglia fare l’assessore o il senatore, anche perché le rispettive consultazioni elettorali sembrano piuttosto lontane. Sulla bufala orografica, beh, in Piemonte ce ne sono altre ancora più eclatanti, come la Langa astigiana che di astigiano ha davvero poco… Sulla Barbera, purtroppo, concordo con te… che tristezza…

  9. pollo che ci ha creduto 13 Giugno 2011 at 12:07 -

    belle parole. astute e perfette per la strategia di un futuro assessore o senatore.
    che orograficamente la Val Borbera faccia capo al tortonese è una bufala geografica.
    sulla barbera direi che purtroppo l’UMILTA’ sia più che raggiunta: girano sfusi a 0,15 €\litro…

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