La bufera del premio Grinzane – che ha coinvolto anche lui – per ora è lontana e Bruno Libralon, chef e direttore didattico dell’Icif, scuola di cucina italiana con sede a Costigliole d’Asti, parla del futuro. Suo e dell’istituto. Un futuro, per restare in ambito marinaresco, che sembra andare a gonfie vele con progetti in sviluppo in Cina e Brasile dove nascerà la prima scuola di Hotellerie del Sud America con corsi per 500 allievi e uno spazio, inedito, riservato alle industrie italiane del gusto che vorranno presentare i propri prodotti nel cuore di una delle nazioni emergenti del mondo. Idem per quanto riguarda la Cina dove Icif miete consensi e supporti governativi.
Lo testimonia anche il flusso costante di studenti che arrivano a Costigliole d’Asti da Cina, Filippine, Canada, Corea, Brasile, per seguire corsi di perfezionamento in cucina italiana.
E proprio nel paese astigiano, invece, langue il progetto dell'”orangerie”, cioè della sede esterna dell’Icif già costruita e pronta nel parco antistante il castello. Costo: 2 milioni di euro, altri 700 mila euro per finirla e renderla operativa. Ma tutto è, per ora, bloccato. I lavori sono fermi, imbrigliati dai venti di tempesta che ancora spirano, nati dall’inchiesta clamorosa sul Premio Grinzane e i fratelli Giuliano e Angelo Soria. I giudici parlano di operazioni irregolari, di uso illegittimo dei finanziamenti pubblici, di conti che non tornano. Gli accusati respingono ogni addebito.
«L’Icif e io non c’entriamo con questa storia. Siamo stati coinvolti senza aver fatto nulla. Per fortuna all’estero credono alla mia storia personale di professionista stimato e serio e a quella dell’Icif che ha rappresentato per il made in Italy del cibo e del vino in vent’anni di attività – sbotta Libralon che poi si affretta ad aggiunge -. Ma ora parliamo del futuro di questa scuola che è stata, è e resta un vanto tutto italiano nel mondo».
Ecco, quindi, l’intervista esclusiva a Sdp di Bruno Libralon.
Intervista a Bruno Libralon