L’Enoteca regionale del Barbaresco, inaugurata nel 1986, non ha mai chiuso, neppure durante il lockdown più stretto. Massimo Caniggia, dirigente della Regione Piemonte, che ne è presidente dal luglio del 2018 ( «Quest’anno il Cda che presiedo è in scadenza» annota) racconta l’anno passato e il presente puntualizzando un paio di aspetti: «Non abbiamo mai chiuso e sempre cercato, durante tutte le chiusure dovuti al Covid, di assistere i nostri clienti. Inoltre il nostro bilancio è in pareggio e di questi tempi non è poco». Come altre sul territorio piemontese anche l’Enoteca del Barbaresco ha dato impulso alla vendita on-line e a quella a domicilio. Un lavoro capillare e intenso che ha dato ottimi frutti spiega Caniggia che chiarisce: «Come ormai sappiamo tutti le chiusure forzate dei locali di mescita e ristorazione hanno aumentato i consumo di vino e cibo a casa. In questo senso l’enoteca ha mantenuto e, anzi, ampliato i volumi di vendita. Ci sono stati clienti che in pieno lockdown non solo hanno acquistato, ma anche fatto scorte dei nostri vini. Questo ci ha aiutato a mantenere in regola il bilancio dell’ente, a garantire il lavoro degli addetti e a non interrompere il collegamento con i nostro fruitori abituali, italiani e stranieri». Le note dolenti sono gli eventi che, per via dell’emergenza Covid, sono stati annullati e rinviati. Caniggia conferma: «È il rammarico maggiore perché l’attività di un’enoteca come la nostra è il rapporto diretto con il pubblico attraverso manifestazioni che presentino le annate del nostro Barbaresco. Oggi è tutto congelato. Vedremo se la fine dell’emergenza sanitaria, o un suo forte ridimensionamento, ci consentirà di riprendere gli eventi». E nel futuro? «Lasciamo al nuovo Cda la ristrutturazione della sede, in corso, un programma di iniziative che, come ho detto, sono subordinate all’andamento della crisi pandemica e, in ultimo ma non meno importante, una struttura che funziona bene e che ha ancora molto da dire nel panorama dell’offerta vinicola piemontesi e italiana».
fi.l.