Viaggiano sul web alcune immagini di una bottiglia che viene presentata come un Asti dry, cioè uno spumante secco prodotto da base moscato. Sarebbe, insomma, la versione non dolce dell’Asti docg. Nelle immagini, che riproponiamo, si vede la bottiglia appoggiata su una tovaglietta con il logo del Consorzio dell’Asti. In rete c’è chi assicura si tratti di una versione secca dell’Asti, un prototipo che preluderebbe a un nuovo prodotto. E c’è addirittura chi assicura di averlo assaggiato e ne tesse le lodi prefigurando, forse in modo un po’ azzardato, una competizione con il Prosecco che da anni detiene il titolo di campione delle bollicine secche italiane sul mercato interno e all’estero.
Ora se le immagini siano una “bufala”, foto “rubate” di un’esercitazione di stile di qualche azienda o si tratti di una reale novità anti-Prosecco sarà il tempo a dirlo. Certo è che il mondo dell’Asti deve inventarsi qualcosa per uscire da uno stallo che comincia a preoccupare. A Vinitaly del 2013 si parlò di un Asti Rosè, magari ottenuto utilizzando il Brachetto docg. Parole alle quali non seguirono fatti. Oggi, con la crisi che bussa alle porte, la sperimentazione di nuovi modi di proporre il vino ottenuto dai grappoli di moscato piemontese potrebbe essere la strada giusta. Del resto non mancano gli esempi di Moscato vinificato “secco”.
SdP
Avere dubbi e legittimo, basta che non impediscano il rinnovo di un settore che e’ da troppo tempo fermo nell innovazione. Nel Prosecco fanno 3 tipologie: il tranquillo che fa 10.50 , il frizzante che fa 9 , e lo spumante che fa 11. Ed hanno 8 denominazioni diverse , poi ce sncora il Cartizze ed il Rive e sono a 400 milioni di bottiglie. Dobbiamo provarci anche noi le cantine sono piene di Enologi che mettano in pratica tutta la loro scienza…..
il moscato vinificato “secco” non è certo una novità (ma è sempre rimasto un vino di supernicchia)…..tenendo conto che il “Prosecco” a dispetto del nome non è certo “dry” ma quasi sempre piuttosto abboccato, non credo sia complicato produrre un Asti simile Tutto da verificare poi se questo “scimmiottamento” possa dare effettivi riscontri di vendite….in proposito avrei qualche dubbio. Giusta l’innovazione, ci mancherebbe, anche nei comandanti in capo (anche della parte agricola) ma vigilare sulla qualità….altrimenti si producono bibite che è altra cosa….
Bisogna rinnovare tutto il comparto. Prodotti nuovi da affiancare a quelli gia esistenti. Un disciplinare al passo con i tempi che permetta alle aziende di poter servire i mercati con prodotti di alta qualita e che siano una novita. Sono troppi anni che il nostro settore e fermo sulle rese e basta. Alza la resa abbassa la resa tutto si riduce a quello. Ci vogliono idee nuove persone nuove.