Gruppi stranieri a caccia delle bollicine italiane. Se ne parla in questi giorni nel Sud Piemonte, zona Astigiano/Cuneese. Rumors riferiscono di un importante gruppo tedesco che sarebbe intenzionato ad acquisire marchi di valore nel settore spumantistico. La società sarebbe già proprietaria di varie eno-griffe sparse per tutta Europa, tra cui ci sarebbe anche una cantina nel Nord Est (Prosecco?). Di più non si sa. E in mancanza di riscontri certi il condizionale è d’obbligo. C’è, però, da ricordare l’attenzione degli investitori tedeschi per il made in Italy è sempre molto alto. Ancora ci sono echi del passaggio delle moto Ducati all’Audi. Mesi fa si parlò anche di investitori russi interessati ad acquisire realtà produttive nella zona del moscato. Ma al di là di una società finita poi in una storiaccia su un presunto plagio dell’Asti spumante, non si è saputo più nulla. In campo enologico business in questo senso ce ne sono stati parecchi. Del resto il mondo delle bollicine made in Italy fa gola e non solo per quanto riguarda il vino. Nei giorni scorsi i giapponesi hanno offerto 3 miliardi di dollari per comprarsi la birra Peroni che, però, non è più italiana da un pezzo.
Il Piemonte del vino non è nuovo a queste cose. Anni fa gli olandesi della Bols ci provarono con la canellese Riccadonna, quella del President, che, dopo varie peripezie tornò in mani italiane ed ora appartiene alla galassia Campari che controlla anche la Cinzano. La Martini & Rossi di Pessione, tra Asti e Torino, dove ancora ci sono cantine e sede storica, è della multinazionale Bacardi; mentre è del miliardario russo Roustam Tariko (Vodka, Banche, Assicurazioni) la Gancia di Canelli, azienda mito del Piemonte vinicolo, culla del primo spumante d’Italia nato nelle sue cantine nel 1865.
E proprio la Gancia in questi giorni, attraverso le pagine locali del quotidiano torinese La Stampa, ha fatto sapere di non essere in vendita. «Le cantine non sono in vendita – ha dichiarato Alessandro Picchi, toscano, presidente della Gancia per conto del patron russo -. Anzi – ha rilanciato – Tariko non solo crede nell’azienda ma la ritiene strategica per il suo business» e giù con una serie di annunci e dati che confermano programmi commerciali battaglieri della storica Casa spumantiera canellese. Messaggio chiaro: la Gancia è viva e lotta insieme a noi.
C’è da precisare che voci di vendita periodicamente coinvolgono anche altre industrie spumantiere della zona. Fino ad ora le uniche passate di mano sono quelle che abbiamo citato a cui bisogna aggiungere la Contratto, maison canellese, che da alcuni anni, dopo essere stata della famiglia fondatrice e dei distillatori Bocchino, è di proprietà dei Rivetti della Spinetta di Castagnole Lanze che stanno cercando di rifrescarne immagine e produzione con scelte di moda tra tradizione e gusto glam.