Economia di guerra? Arriva il Decreto salva Made in Italy. Stanziati 1,2 miliardi di euro per le filiere agroalimentari. Basterà?

inserito il 15 Marzo 2022

Il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini (foto), ha reso noto che: «Sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.61 del 14/03/2022, “Definizione dei criteri, delle modalità e delle procedure per l’attuazione dei contratti di filiera previsti dal fondo complementare al PNRR”, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto salva filiere Made in Italy, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura, che stanzia 1,2 miliardi per investimenti nelle filiere Made in Italy come richiesto nella lettera appello della Coldiretti al premier Mario Draghi nel corso della mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia».

Se non è ancora economia di guerra poco ci manca. Ora che la sanguinosa aggressione dell’Ucraina su ordine di Putin mostra la faccia più feroce, anche dal punto di vista delle sanzioni economiche e dei reciproci veti alle esportazioni, l’Italia corre ai ripari con decreti come quello in difesa delle filiere più preziose del Made in Italy, colpite dalla crisi bellica, e accordi per l’approvvigionamento di fonti energetiche alternative a quelle russe.

Del resto, come sottolinea la nota Coldiretti: «Il decreto consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali. Siamo pronti a presentare e a proseguire progetti operativi per utilizzare al meglio queste risorse, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, fino all’ortofrutta».

«È un provvedimento necessario – continua la nota – per ridurre la dipendenza dall’estero in Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo»
secondo i dati foriniti da Coldiretti, infatti, l’Italia produrrebbe appena il 36% del grano tenero che servirebbe al mercato interno, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 65% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di auto approvvigionamento.

«Servono rimedi immediati – dice la Coldiretti – e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza. Bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti ed è quindi importante lo sblocco dei contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma occorre anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, ridurre le percentuali Iva per sostenere i consumi alimentari, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali».
Basterà?

Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.