Dark Mode Light Mode

Ecco il “corto” sulla Barbera d’Asti docg. Tra omaggi a Fellini e Avati l’eno-racconto, dalla vigna al bicchiere

Per gli standard del web è un po’ lungo, ma è veramente bello. Un “corto” ben fatto che non è mai commerciale né didascalico, ma racconta con le note della fiction una storia vera. Quella della Barbera d’Asti docg. Sdp lo propone anche ai suoi lettori, nella convinzione che sia testimonianza di una strada di valorizzazione che deve essere comune a tutte le eccellenze piemontesi e italiane.
Il corso “barberoso” ha immagini bellissime delle colline dell’Astigiano,tra Costigliole d’Asti e Asti, passando da Agliano Terme, Castelnuovo Calcea e tutte le altre terre della Barbera. Un po’ felliniano, un po’ avatiano, un po’ tavianiano, il racconto è, tuttavia, originale, suggestivo, evocativo, a tratti onirico ma non mancano momento più alla moda, dove la passione della terra si trasforma con la vendemmia e il lavoro di cantina in un vino adatto per tutti e per tutto, dal pranzo in trattoria alla serata “cool” tra amici.
Un buon lavoro, fatto bene e da prendere ad esempio che avevamo già annunciato in un altro post. Unico neo, se proprio dobbiamo trovarne uno, la voce narrante al maschile. Tutti lo sanno in Piemonte, la Barbera d’Asti è femmina come sono femminili le sue rotondità vinose. Una calda voce di donna avrebbe forse dato più “corpo”. Ma anche così lo scopo di valorizzare vino e territorio è stato raggiunto in pieno.
View Comments (1) View Comments (1)
  1. Sono d’accordo, finalmente, dopo molti anni, il Consorzio ha realizzato qualcosa di convincente a livello promozionale. Non è facile uscire dagli stereotipi che il vino “contadino” il più delle volte si porta appresso, con l’immancabile coro da osteria, il ballo sull’aia e folklore vario, Il cortometraggio è ben realizzato, bella anche la musica. Purtroppo per gli standard di Internet è troppo lungo, ma lo è anche per le fiere, dove tutti hanno fretta di assaggiare 100 vini in 100 minuti…..Ottimo per essere diffuso invece tra importatori esteri e perchè no enotecari italiani. Mi auguro sia stata fatta una versione commentata in inglese che, come dice giustamente Angelo Gaja e non Piripicchio, è tramite indispensabile per approcciare i mercati internazionali doce la Barbera ha ancora strada da fare. Quanto al fatto che la Barbera è femmina purtroppo devono ancora capirlo molti produttori che, in varie occasioni continuano a definirla “il” Barbera, ma hanno sempre la scusa pronta….specificando ad ogni rilievo che si riferiscono al vino, di genere maschile…..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Post

Elezioni Amministrative. Il neo sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo (Pd) brinda alla vittoria con l'Asti docg

Next Post

Convegno. Asti e Moscato ok, ma con l'ansia da prestazione. Vespa: «Monti come aceto? No è un ottimo vino»

Pubblicità