La notizia, diffusa questa estate, era passata un po’ sotto silenzio. Per questo la riproponiamo, rilanciando la nota ufficiale della Regione Piemonte con un’avvertenza: il salame piemontese dà assuefazione, insieme ai vini del territorio dà ancora più dipendenza. Buona lettura e buon appetito:
“Il Piemonte si fregia di un ulteriore fiore all’occhiello con il riconoscimento a Indicazione Geografica Protetta (IGP) del Salame Piemonte, istanza portata avanti dal Consorzio Salame Piemonte. Questo importante traguardo è stato sigillato con il Regolamento (UE) 2015/1161 della Commissione del 2 luglio 2015 recante iscrizione di una denominazione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette per il Salame Piemonte (IGP).
L’iter per ottenere il riconoscimento è stato assai complesso nelle sue fasi poiché la prima istanza, presentata come Denominazione di Origine Protetta, risale al lontano 2001 a cura dell’Associazione Industriali delle Carni. A seguito delle osservazioni formulate in sede comunitaria, nel 2011 l’istanza è stata riproposta dal Consorzio Salame Piemonte come Indicazione Geografica Protetta.
Il Salame Piemonte può essere prodotto in tutto il territorio regionale e si presenta con forma cilindrica o incurvata per le pezzature più piccole, compatto e di consistenza morbida. La fetta si presenta compatta e omogenea di colore rosso rubino. Il profumo è delicato di carne matura stagionata, di vino e di aglio. In particolare l’aggiunta del vino derivante da uve Barbera, Dolcetto e Nebbiolo conferisce al prodotto un terroir unico e particolare.
A tutela del consumatore e per una maggiore trasparenza, inoltre, nell’etichetta del Salame Piemonte è consentito indicare il paese o la regione di origine delle carni suine. Nel caso di provenienza delle carni da più paesi o regioni, queste sono elencate in ordine decrescente di peso”.
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