Douja d’Or 2022, primo weekend. In migliaia ad Asti per la kermesse vinicola che regala brindisi e cultura del vino (ce n’è tanto bisogno!). Mobrici (PLand): «È l’edizione della ripresa»

inserito il 12 Settembre 2022

Cominciamo da una nota agrodolce: Douja d’Or di Asti 2022, rassegna storica dedicata al vino piemontese, primo fine settimana, migliaia di persone, in piazza San Secondo, affollano il grande stand “salottiero” di Piemonte Land of Wine, il super consorzio che raggruppa tutti i consorzi vinicoli piemontesi, e che, insieme a Camera di Commercio e altri enti organizza la Douja. Prese d’assalto anche le postazioni degli altri Consorzi vinicoli che partecipano, quella del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, in piazza Roma, e quella del Consorzio Barbera d’Asti a palazzo Alfieri, su tutte.

Tra la folla un gruppo di uomini e donne tra i 40 e i 50 anni si avvicina a un banco d’assaggio e chiede un calice di “bollicine del Monferrato”: «Sarà una specie di Prosecco» spiega un’amica alla sua vicina di tavolo.
Non serve commentare. Certo non tutti sono tenuti a sapere la differenza tra uno spumante Alta Langa o un Asti Secco o un Marengo (tra le ultime novità in fatto di bollicine piemontesi) e un Prosecco (che anche se vino veneto è imbottigliato anche da molte ditte piemontesi).
Tuttavia questo piccolo episodio, tutt’altro che marginale e, purtroppo solitario, rivela quanto sia importante, e non solo per il Piemonte, che il consumatore sia informato in modo corretto e costante sull’origine e la qualità dei prodotti italiani che danno reddito e immagine a mezzo Paese.
Manifestazioni come la Douja dovrebbero servire anche a questo

Ciò detto il primo fine settimana della manifestazione astigiana targata 2022, edizione che in molti definiscono della ripresa, senza più tanta paura del Covid cattivo, senza mascherine, distanziamenti e ingressi controllati, è filato via liscio con un grande flusso di persone che hanno affollato Asti, i suoi splendidi palazzi e le sue incredibili piazze.

Certo da qui a vendere milioni di bottiglie di vino e, magari, aumentare il reddito dei vignaioli che, mentre c’è la Douja stanno ancora vendemmiando e devono schivare le frecce letali dei rincari e spese da paura, siccità e varie malattie della vite che hanno diminuito la produzione di una in alcuni casi in modo sensibile, ce ne corre. Però è già importante che se ne parli, di vino e dei vignaioli e delle cantine che sono poco distanti da Asti e che sarebbe bello, la signora che ha nominato le bollicine venete (anche un po’ friulane), visitasse per conoscere, per esempio, la città dove è nato il primo spumante d’Italia, il piccolo borgo dove si trova una delle più piccole e preziose doc vinicole del Paese, da dove è nata l’idea di candidare i paesaggi vitivinicoli piemontesi a Patrimonio dell’Umanità Unesco e altre notizie che arricchiscono un semplice brindisi.

In ogni caso qui sotto ci sono le nostre interviste (le riprese sono di Vittorio Ubertone) a: Filippo Mobrici che oltre a essere un agronomo che lavora per una storica azienda vitivinicola del territorio (la Bersano di Nizza Monferrato) e a capo del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è anche, con il presidente del Consorzio del Brachetto, Paolo Ricagno, vicepresifente di Piemonte Land of Wine, il superconsorzio che raggruppa tutti i consorzi vinicoli del Piemonte; e a Luigi Bersano, manager di MGM Mondo del Vino, importante realtà vinicola con sedi a Priocca ad Acqui Terme. Senza dimenticare video e fotoreportage sempre di Vittorio Ubertone. Buona visione.

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