
«Il rischio è che cada nell’oblio una viticoltura eroica, fatta di gente, di uomini e donne, di contadini che lavorano da centinaia di anni una terra avara e dura, presidiando colline aspre dalla storia travagliata. Ma di una bellezza selvaggia e unica che va salvata». Così nel 2009 si sprimeva in un’intervista a SdP Felicino Bianco, enologo della cantina sociale Terrenostre di Cossano Belbo e all’epoca anche presidente del Consorzio di Tutela del Dolcetto dei Terrazzamenti un vino che, in quel reportage, avevamo definito “vino-Panda” per il rischio, confermato da Bianco, di scomparire nell’oblio. Leggi qui.
Invece, sette anni dopo quel post, con all’attivo varie iniziative tra cui un ecomuseo (leggi qui), ricerche come quella dell’enologo-scrittore Lorenzo Tablino (leggio qui) e progetti commerciali promozionali come quello della stessa cantina sociale di Cossano (leggi qui), il Dolcetto dei Terrazzamenti non rischia più di scomparire anche perché è entrato a far parte dei nuovi presìdi di Slow Food. Ne ha dato notizia lo stesso SL in questi giorni (leggi qui). Un riconoscimento che, come recita la “mission”, attraverso i presìdi Slow Food, «sostiene le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzando territori, recuperando antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvando dall’estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta». Il Dolcetto dei terrazzamenti «eno-Panda» è salvo.
SdP