A Pietro Cirio, vitivinicoltore con cantine e vigneti tra Loazzolo e Canelli (Pianbello e Amerio) sostenitore strenuo del valore dei sorì del moscato, sono bastate otto righe, saluti compresi, per comunicare le dimissioni da presidente di Agrinsieme Moscato, l’associazione che raggruppa oltre mille vignaioli del moscato nata dall’alleanza tra Confagricoltura, Cia e mondo delle cooperative.
Nella missiva, che porta la data del 9 agosto, Cirio dichiara di credere ancora negli scopi di Agrinsieme Moscato, di non volere uscire dall’associazione e auspica che le sue dimissioni non ne ostacolino in alcun modo il cammino. Allo stesso tempo, però, conferma di lasciare la carica di presidente «per motivi di coerenza». Nessuna altra spiegazione nella lettera. Invece a voce, raggiunto da SdP, Cirio chiarisce: «Il punto di rottura sono state le trattenute che saranno applicate ai vignaioli per pagare la valorizzazione di Asti e Moscato docg. Io sono stato sempre contrario e fino a qualche tempo fa lo era anche Agrinsieme Moscato. Ora prendo atto che si vuole fare diversamente. Però io non ci sto. Senza fare polemiche e in coerenza con il mio pensiero e le mie convinzioni ho deciso di dare le dimissioni. Tutto qui».
Se non è rottura tra ormai ex presidente e direttivo poco ci manca. La sensazione è che le “trattenute” (si parla di circa 750 mila euro per la quota che andrebbe alla parte agricola) siano l’unico modo per garantire non solo una quota di pubblicità per Asti e soprattutto “tappo raso”, ma anche la sopravvivenza stessa delle associazioni di rappresentanza dei vignaioli di cui Agrinsieme Moscato e Assomoscato, presieduta da Giovanni Satragno, sono le massime esponenti. Le dimisisoni di Cirio hanno incassato il plauso di Giovanni Bosco, assicuratore santostefanese, presidente del Ctm (Coordinamento Terre del Moscato) non sempre concorde con le posizioni di Agrimoscato e dello stesso Cirio, al quale questa volta riconosce coerenza. Così ha scritto Bosco (maiuscole comprese) sul suo profilo Facebook: «Agrinsieme Moscato è un’Associazione di Categoria che raggruppa 1200 produttori di uva moscato, da alcuni anni fa parte della paritetica che tutti gli anni tratta con la parte Industriale di rese e prezzi minimi da pagare ai produttori di uva moscato. Agrinsieme moscato è sempre stata contraria alle trattenute sulle uve, tantè che negli anni passati le quote trattenute e spettanti ad Agrinsieme Moscato sono state restituite ai soci. Quest’anno nuovamente nell’accordo sono previste trattenute sulle uve atte a diventare Moscato d’Asti per garantire circa 3 milioni di euro per pubblicizzare tra l’altro la nuova versione dell’Asti, quello secco. Il Presidente Cirio Pietro in dissaccordo con le posizioni prese dai rappresentati di Agrinsieme Moscato presenti nella paritetica si è dimesso da Presidente. Va tutta la mia stima a Pietro Cirio coerente sino in fondo con le sue precedenti posizioni. Nella vita prima di essere Contadini, Imprenditori e Presidenti di Importanti Associazioni bisogna essere UOMINI. Pietro Cirio si è dimostrato UOMO».
Comunque sia ora si apre la successione alla presidenza di Agrinsieme Moscato, sempre che l’associazione, piuttosto silente negli ultimi mesi, riesca ancora a compattare le varie anime al suo interno. Il successore potrebbe essere un rappresentante del mondo della cooperazione. Ma ancora non è dato sapere. D’altra parte proprio l’assetto interno di Agrimoscato, insieme alle prossime mosse di Assomoscato da tempo in piena sintonia con Coldiretti, saranno la cartina di tornasole per monitorare il futuro del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti docg. Nella primavera del 2017, infatti, scade il mandato di Gianni Marzagalli, lombardo ed ex manager Campari. Chi sarà il nuovo presidente del Consorzio vinicolo più antico d’Italia? Per la “legge” non scritta la carica toccherebbe a un esponente di parte agricola. Ma forse è un po’ presto per dare il via al toto presidente. Forse.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Ormai nel mondo del Moscato conterà sempre di più il ruolo del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti. Dalla prossima primavera i rappresentati di parte Agricola e di parte Industriale saranno 9 e 9 e non più 16 a 11. Come CTM in questi giorni stiamo inviando una lettera a tutti i Sindaci dei 52 Comuni dove li avvisiamo che dal prossimo Ottobre inizieremo riunioni nei vari Comuni per invitare i Produttori di uva moscato ad aderire al Consorzio di Tutela. Consorzio di tutela dove già da quest’anno si sono trattate le rese per ettaro e che in futuro avrà sempre di più un ruolo importante.Per quanto riguarda il Presidente abbiamo chiesto che dopo la presidenza Marzagalli , Presidente sia uno al di sopra delle parti, com’era alla fondazione dello stesso, scelto tra una terna presentata dall’Associazione dei Comuni del Moscato.
giovanni bosco
Agrinsieme Moscato chi? Mi piacerebbe tanto che ci fossero meno associazioni che si occupano come viene viene del settore e che combinassero qualcosa di effettivamente utile e costruttivo…..,ma ormai ho perso le speranze che ciò avvenga un giorno….