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Dazi Usa. Si muove la Regione Piemonte. Chiesto un incontro al Ministero della Bellanova. Protopapa (Agricoltura): «Ne parleremo in Commissione Politiche Agricole, ma ora Bruxelles faccia la sua parte»

Sui dazi minacciati da Trump, Marco Protopapa, acquese e assessore (sponda Lega) all’Agricoltura della Regione Piemonte, non nasconde la preoccupazione né minimizza e nell’intervista concessa oggi a SdP dice: «La questione dei dazi minacciati dagli Usa sui vini, ma anche su tanti altri prodotti agroalimentari, italiani e piemontesi, come ad esempio i formaggi, è grave e crea timori su intere filiere. È una situazione che ci preoccupa, sia come Istituzione che come piemontesi».

Del resto da giorni, sui social e sui media, è in atto una campagna di informazione sullo stato di fatti che sono ancora in evoluzione.

Il nodo è quello che su questo blog abbiamo trattato nell’intervista a un importatore italiano (leggi qui).
Produttori esponenti della Fivi, la federazione dei vignaioli indipendenti, si stanno muovendo e hanno annunciato prese di posizione della propria organizzazione.
Voci assicurano che anche le grandi sigle dell’agricoltura si stiano mobilitando e nel frattempo, sui social, si sono moltiplicate le raccolta firme sulla scorta anche di articoli di media Usa, dal New York Times a Wine Spectator, che prefigurano sciagure anche per l’economia statunitense qualora passassero i dazi che minaccia il Presidente di “America First”.

Intanto la Regione Piemonte annuncia la richiesta di un incontro urgente al Ministero delle Politiche agricole retto dalla ministro Teresa Bellanova (Iv) la quale, non senza polemiche, prima di Natale aveva annunciato una cabina di regia sul vino italiano. «Per quella data sarà troppo tardi» avevano commentato molti operatori.
Ora arriva la mossa della Regione Piemonte, guidata dal Governatore Alberto Cirio (Forza Italia) che è albese e molto sensibile ai temi vitivinicoli.
Spiega Protopapa: «Non ci siamo limitati a chiedere un incontro al Ministero, ma abbiamo ottenuto che il tema degli eventuali dazi Usa sia inserito nell’agenda della prossima Cpa (Commissione Politiche agricole)». Sì, ma quando? «Se ne tiene una al mese e sono fiducioso sia convocata in tempo utile» replica laconico l’assessore.
Essì perché il tempo stringe. Secondo rumors che giungono dagli Usa la proposta del Presidente Trump di alzare i dazi sui molti prodotti agroalimentari europei, vini italiani compresi, dal 25 al 100%, dovrebbe passare al Parlamento americano entro il 13 gennaio. Se sarà approvata i dazi saranno operativi già dal 15 di febbraio.
Certo non c’è ancora nulla di definitivo, ma il fatto che, come hanno confermato a SdP alcune aziende, molti importatori e clienti americani starebbero chiedendo alle Cantine italiane di rifornirli prima di metà febbraio potrebbe essere il segnale concreto che i dazi sono in qualche modo dati per imminenti, «magari in una percentuale non così alta, ma ci saranno» prevede un operatore.
«L’idea dell’incontro al Ministero – spiega Protopapa – è quella di riuscire a smuovere un’onda istituzionale che, insieme alle iniziative del comparto, in qualche modo riesca a fare sentire la voce italiana sia in Europa sia negli Usa. Certo – aggiunge l’assessore regionale – è ora che Bruxelles si muova e metta in campo tutti gli strumenti di cui dispone per difendere gli interessi degli Stati membri. È stato perso fin troppo tempo».
Insomma dopo Roma anche Bruxelles dovrebbe attivarsi per fare quello che la Cina, con ben altri atteggiamenti e potenza di “fuoco commerciale”, è riuscita a concludere: cioè portare Trump a un tavolo di trattative e limitare i danni di un conflitto economico che danneggerebbe tutti.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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