Un Foro Vinario, sul modello del Forum Vinarius dell’Antica Roma dove si faceva compravendita di vini, e una piccola “cattedrale sotterranea”, ispirata a quelle della vicina Canelli da cui è partito il progetto che ha portato al riconoscimento dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato a Patrimonio dell’Umanità Unesco, da realizzare sotto il castello che domina il paese.
Un paio di progetti ambiziosi che Andrea Ghignone, il sindaco di Moasca, piccolo centro rurale dell’Astigiano, presenta a SdP. Dice: «Il Foro Vinario è un’idea mia che si rifà all’Antica Roma, e credo che sia unica nel suo genere, sicuramente nell’Astigiano, ma forse nell’intero Piemonte. Mi è venuto dall’osservazione che esistono tanti “Foro Boario” che erano dedicati all’allevamento e ora sono utilizzati per molte attività, ma non ho trovato traccia di Foro Vinario destinati al mondo del vino che qui da noi è centrale. Il nostro Foro Vinario faremo in primavera, lungo il Muretto del Nizza docg. Sarà una struttura in ferro battuto, in stile Liberty. Sul tetto ci saranno pannelli fotovoltaici per la sostenibilità ambientale e la struttura sarà a disposizione dei produttori vinicoli dell’area e per eventi e manifestazioni».
Il Foro Vinario di Moasca sarà lungo una trentina di metri e largo undici. Sorgerà di fianco a dove ora c’è il “Muretto del Nizza docg” costruito qualche anno fa in onore del vino rosso a base di uve barbera e dove sono riprodotte le etichette dei produttori.
Poi c’è il progetto di una galleria da scavare sotto il castello del paese, già sede della Fondazione Davide Laiolo e di un ristorante, che metta in collegamento la piazza del Comune, antistante al maniero, con il Foro Vinario, passando per il sottosuolo del castello dove è stata recuperata un’antica cisterna. Anche in questo caso i lavori s’inizieranno in primavera e l’inaugurazione, al netto di intoppi, ci sarà il prossimo autunno. «Sarà la nostra cattedrale sotterranea, un tunnel lungo una ventina di metri, che adibiremo all’arte e alle cose belle del nostro paesaggio. Una ipotesi potrebbe essere quella di una galleria permanente delle opere artistiche della Fondazione Laiolo» dice Ghignone che indica anche le risorse messe in campo per le due opere: 600 mila euro, per l’80% da fondi regionali, il resto da fondi comunali destinati all’efficienza energetica.
Insomma anche in un piccolo centro astigiano sembrano essere messi a frutto le potenzialità che un’area vocata alla produzione di una viticoltura di alta gamma può mettere a disposizione on solo dei privati, ma anche della pubbliche amministrazioni.
fi.l.
Devi chiedere al sindaco, però
Sono curiosa come un gatto. Di più
Ci diamo un appuntamento? ? ?