Crisi Covid e vino. I dati del Consorzio Barbera d’Asti: diminuiscono le giacenze, aumentano gli imbottigliamenti. Mobrici: «Colpi durissimi, ma il comparto tiene e reagisce»

inserito il 18 Novembre 2020

Non c’è ancora la luce chiarissima in fondo al tunnel, ma il buio calato dalla pandemia del Covid sul comparto dei vini tutelati dal Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato comincerebbe in qualche modo a schiarirsi, almeno secondo i dati forniti in questi giorni dallo stesso Consorzio.
Qui la nota stampa che dà conto dei numeri incoraggianti insieme alle dichiarazioni del presidente consortile, Filippo Mobrici.

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Mercato e consumi continuano a incassare colpi durissimi dalle restrizioni legate all’emergenza sanitaria. Ma dal Monferrato del vino arriva qualche segnale di luce, a dimostrazione di un comparto che, nonostante tutto, reagisce alle limitazioni.

I dati raccolti dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, alla data 31 ottobre 2020, registrano una di diminuzione considerevole delle giacenze (– 34.684 ettolitri rispetto al 31 ottobre 2019), con la Barbera d’Asti in testa a – 16.768 ettolitri. Parametri molto incoraggianti che scongiurano l’eccesso di offerta e dunque di speculazioni. In sostanza, il vino viene consumato malgrado il sostanziale blocco dei canali Horeca, che rappresenta certamente il principale spazio di commercializzazione.

Bene anche i dati sull’imbottigliamento. Qui i numeri del 2020 (31 ottobre) sono addirittura i più alti dell’ultimo triennio, con un + 1% sulla stessa data del 2019. Spiccano i numeri complessivi del Piemonte Doc in generale (+ 9,3%, pari a un incremento di 2.643.001 bottiglie) e del Piemonte Barbera in particolare (+ 13,2%, pari a un incremento di 2.117.920 bottiglie). Da sottolineare, a questo proposito, la transizione nelle versioni bag-in-box, una soluzione pratica e domestica che continua a riscuotere molto interesse in tempi di lockdown. Mantengono segno positivo Docg come il Ruchè e il Nizza, mentre l’Albugnano arriva a un incremento percentuale oltre il 10%.

Piccole e medie aziende, come anche buona parte delle cantine sociali, sono ormai attrezzate per consegnare il prodotto a domicilio, un’operazione che ha due implicazioni sostanziali: la prima è quella di consentire al consumatore di non uscire di casa, senza tuttavia dover rinunciare al piacere del vino; la seconda è quella di consolidare una fidelizzazione che permette agli imprenditori di fronteggiare le molte difficoltà di questi mesi legate al mercato e alla diffusione delle proprie etichette.

«Questi numeri ci confortano – commenta Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato Si tratta di dati che dimostrano la buona tenuta delle nostre aziende e delle nostre denominazioni. È un segnale che arriva in un momento di criticità globale e che, proprio per questo, ci da grandi speranze per il futuro, quando l’incubo della crisi sanitaria sarà finito e potremo riprendere le nostre normali attività. A cominciare da quelle legate alla ristorazione, che rimane il canale principale per la promozione e la valorizzazione dei nostri vini».

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