Il mondo del lavoro e dell’agricoltura piemontesi sull’orlo di una crisi, economica e di nervi. Il vino è davanti a molte incognite, soprattutto su export con mercati non ricettivi come prima e canale horeca (ristoranti, hotel, bar, enoteche) che in Italia è chiuso e all’estero gira a corrente alternata; la frutticultura teme la mancanza di manodopera, il turismo langue, ristorazione e accoglienza soffrono uno stop che rischia di allungarsi sempre di più, commercio e industria idem. Insomma la situazione, per parafrasare un famoso aforisma, è sia seria che grave.
Tanto che gli assessori regionali al Lavoro, Elena Chiorino, e all’Agricoltura, Marco Protopapa, dopo le grida di dolore che si sono sollevate da tante categorie di lavoratori colpiti dalla crisi dovuta alle chiusure dovute all’epidemia di Covid -19, hanno scritto ai rispettivi ministri chiedendo azioni urgenti. Servirà? È quello che si augurano tutti, lavoratori in prima fila. Vedremo.
Intanto ecco l’appello congiunto di Chiorino e Protopapa.
«Più soldi per la cassa in deroga, sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, coinvolgimento dei disoccupati italiani e di coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza per far fronte alle necessità del comparto agricolo, soprattutto in vista della stagione della raccolta»: è quanto chiedono, rispettivamente alle proprie deleghe, gli assessori regionali al Lavoro, Elena Chiorino, e all’Agricoltura, Marco Protopapa ai ministri Nunzia Catalfo (Lavoro) e Teresa Bellanova (Agricoltura).
«In primo luogo – spiega Chiorino – ho segnalato con una lettera al ministro Catalfo che dai dati ad oggi in nostro possesso e considerata anche l’assegnazione prevista nel secondo riparto, il Piemonte ha ancora risorse per soli 15 giorni lavorativi ai ritmi attuali di presentazione delle domande per la cassa in deroga. Gli stessi dati dimostrano che, per garantire le 9 settimane di copertura, al Piemonte mancano 141 milioni di euro, per coprire il fabbisogno totale di 315 milioni di euro».
«Ho inoltre sottolineato – argomenta ancora Chiorino – la necessità di avere maggiore chiarezza per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, che pare siano coperti solo in parte in base alle normative vigenti. Essendo una categoria di lavoro precario, ritengo vadano sostenuti in modo completo e senza lasciare indietro nessuno».
«Urgente esigenza – prosegue invece l’assessore Protopapa – è inoltre quella, da parte del comparto agricolo italiano, di circa 250mila lavoratori necessari per fronteggiare la stagione della raccolta. Durante un incontro svoltosi con il ministro Bellanova, è emersa l’opportunità di valutare il coinvolgimento di tutti quei cittadini italiani che si sono trovati improvvisamente senza occupazione e che, in alcuni casi, non possono godere nemmeno delle tutele e del supporto necessario per far fronte al periodo di lockdown, la cui durata, peraltro, al momento non è ancora definita e che potrebbe ulteriormente protrarsi».
«Allo stesso tempo – aggiunge Chiorino – ho chiesto espressamente che venga data la possibilità di impiego dei percettori del reddito di cittadinanza che, come prevede la normativa, avrebbero dovuto essere indirizzati verso nuove attività».
«Bellanova – conclude Protopapa – ha convenuto che l’utilizzo di manodopera italiana, peraltro, comporterebbe indubbi vantaggi sia per i lavoratori che per le imprese. Per i lavoratori, che potrebbero accedere a un impiego, seppur temporaneo, in grado di garantire un reddito in questo difficile periodo. Per le imprese agricole, che potrebbero contare su un’importante iniezione di forza lavoro scongiurando l’eventualità di compromettere la fase del raccolto, determinante per tutta l’economia agricola».
«Ora attendiamo che il governo, a fronte delle nostre richieste – concludono Chiorino e Protopapa – risponda nel più breve tempo possibile alle nostre sollecitazioni, peraltro argomentate e inoppugnabili, considerando che la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie è per noi fondamentale, soprattutto per assicurare la tenuta sociale e che, per quanto riguarda l’agricoltura, a settimane partiranno i raccolti ed è quindi necessaria, anche in questo caso, un’azione urgente».