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Convegno. Asti e Moscato ok, ma con l’ansia da prestazione. Vespa: «Monti come aceto? No è un ottimo vino»

Asti e Moscato docg godono ottima salute, ma il primo ha bisogo di rivedere all’insù la propria immagine e il secondo di gestire al meglio il proprio successo. Sono questi i temi principali emersi al convegno. condotto da Bruno Vespa, che si è svolto a Cossano Belbo in provincia di Cuneo. L’appuntamento era per venerdì 25 maggio nella stupenda location della barricaia dell’azienda F.lli Martini di cui è patron Gianni Martini, già presidente del Consorzio del Gavi e industriale nato e cresciuto nella zona classica del Moscato.

L’iniziativa è stata organizzata da Confagricoltura in collaborazioen con il Consorzio per la Tutela dell’Asti.

Sul palco con Martini, davanti ad una affollatissima platea di vignaioli e produttori, c’erano, infatti, il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi; Gianni Marzagalli, manager Campari fresco di nomina da presidente del Consorzio dell’Asti; l’assessore all’Agricoltura della regione Piemonte, Claudio Sacchetto e Jean Jaques Dubeau, direttore generale Italia della Campari. In collegamento con videoconferenza è intervento anche Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura (Governo Prodi) e ora presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo.

A Bruno Vespa, giornalista e scrittore, ma anche appassionato di vini (firma una eno-rubrica su una importante testa nazionale) è toccato stimolare un dibattito che, per la verità, non ha riservato sorprese eclatanti.

Da quasi tutti i relatori è venuto il riconoscimento del valore prezioso della commissione paritetica sul moscato, il tavolo comune, costituitosi nel 1979, al quale siedono case spumantiere, vinificatori, cantine cooperative e vignaioli. Qui ogni hanno si fissano rese e prezzi ad ettaro secondo un rituale di autoregolazione che, tra alti e bassi, ha consentito il mantenimento di un reddito agricolo decoroso e i presupposti per performance commerciali che nel 2011 hanno fatto superare i 106 milioni di bottiglie vendute tra Asti docg, 82 milioni, e Moscato d’Asti docg, 25 milioni.

È quando si analizzano i numeri che l’allegria si smorza un po’. E i numeri li ha dati, benissimo, il direttore del consorzio dell’Asti, Giorgio Bosticco. Dai dati, che meritano un prossimo approfondimento su Sdp, è sostanzialmente emerso che l’Asti docg è snobbato in Italia dove viene venduto a basso costo e soprattutto nei supermercati; e che il Moscato d’Asti docg spopola all’estero (in pochi anni è passato da 8 a 26 milioni di pezzi venduti) e soprattutto negli Usa, grazie al fenomeno di altri Moscati non piemontesi venduti a basso costo, prezzi che il Moscato docg piemontesi non può e non deve permettersi. Insomma c’è bisogno di una governace urgente per i due vini fratelli che nascono dalla stessa uva aromatica, il moscato bianco.

Per Vespa, che a Sdp ha concesso anche una breve intervista che pubblichiamo qui di seguito, c’è bisogno di alzare prezzo e immagine dell’Asti docg. «Bisogna fare in modo che chi oggi stappa uno Champagne a fine pasto decida di stappare un Asti». «Ma rischieremmo di far precipitare i consumi» ha annotato Dubau. Per Marzagalli c’è bisogno di un Asti docg premium da vendere nelle enoteche e nei ristoranti vip. Un progetto, quello di un SuperAsti, che il Consorzio accarezza da tempo.

Insomma di lavoro da fare ce n’è tantissimo, sul mercato italiano, dove l’immagine dell’Asti è medio-bassa; e all’estero, dove bisogna comunicare che il Moscato piemontese docg è il certice d’eccellenza mondiale della categoria e perciò deve spuntare prezzi maggiori rispetti agli altri moscati.

Merita la citazione anche la nota ottimistica di De Castro che a domanda diretta sulla liberalizzazione degli impianti di vite in ambito Ue (27 paesi), prevista per il 2015, si è detto fiducioso che l’ipotesi venga bocciata. «La Germania è con Italia, Francia e Spagna contro la liberalizzazione degli impianti» ha detto. Dichiarazioni che non hanno convinto Guidi: «Resta la preoccupazione perché la Ue tende a liberalizzare». Vedremo.

Sdp

Intervista a Bruno Vespa

Le fotografie

Verso Villa Lanata

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