Convegno agronomi. Monferrato, Langhe-Roero: coltivare un patrimonio Unesco (ma con coscienza)

inserito il 1 Dicembre 2014

Ne diamo notizia perché gli agronomi piemontesi sembrano essere quelli più sul pezzo in tema di Unesco, quelli ciò che si stanno preoccupando non tanto di guerre di territorio o/e di potere, ma dello stato di quei paesaggi che sono stati dichiarati patrimonio dell’Umanità, ma che vanno tutelati ogni giorno. Se ne parlerà in un convegno ai Tenimenti di Fontanafredda presentato in questa nota che pubblichiamo:

“A pochi mesi dal riconoscimento Unesco a Langhe-Roero e Monferrato, la tutela del paesaggio vitivinicolo è diventata la priorità numero uno. Cosa comporta l’iscrizione alla World heritage list? Come conservare il titolo e salvaguardare il sito? Quale gestione delle coltivazioni? Giovedì 4 dicembre un seminario per rispondere a queste domande.

La Federazione Interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Valle d’Aosta giovedì 4 dicembre 2014 alle 14,30 organizza presso i Tenimenti Fontanafredda di Serralunga d’Alba (Via Alba 15 – Sala Nebbiolo) un seminario dal titolo “La gestione del territorio agroforestale nell’area UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato” per affrontare le ricadute sul territorio del riconoscimento Unesco insieme a popolazione e specialisti del settore.

Il sito ha un’estensione di oltre dieci mila ettari e tocca 29 comuni nelle tre province di Cuneo, Asti e Alessandria. I paesaggi vitivinicoli del Sud Piemonte sono il frutto del lavoro dei contadini di Langhe, Roero e Monferrato che da generazioni lavorano i versanti delle colline per produrre vini di successo mondiale e una bellezza paesaggistica unica al mondo. «È il cinquantesimo sito iscritto dall’Italia nell’elenco Unesco – commenta Marco Bonavia, Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Cuneo, ma è il primo di cui si riconosce espressamente la dimensione culturale del territorio rurale. Un’affermazione di importanza storica perché certifica il valore delle tradizioni agricole che hanno plasmato quel paesaggio e che ne sono diventate una componente fondamentale e caratterizzante».

Mentre i francesi della Borgogna e della Champagne aspettano ancora il loro turno, in Italia la tutela del paesaggio vitivinicolo d’eccellenza è diventata un motivo di vanto. «Per mantenere il titolo bisogna salvaguardare il sito, quindi conservare le viti e proteggerle dalle malattie – spiega Marco Devecchi, Presidente dell’Ordine astigiano – Uno fra tutti, la Flavescenza dorata, un fitoplasma che attacca la vite (in particolare la Barbera) provocandone la morte. Questo è solo uno dei motivi per cui i vigneti di Langhe, Roero e Monferrato vanno monitorati: la nostra categoria è, e sarà, a fianco dei viticoltori in tutte le fasi di coltivazione per la tutela delle colline piemontesi e del loro inestimabile valore economico e culturale».

Apriranno i lavori gli interventi di Alberto Valmaggia, Assessore regionale all’Ambiente, Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo della montagna, Foreste, Parchi, Protezione Civile, Gualtiero Freiburger, Assessorato all’Agricoltura, Roberto Cerrato, Presidente del Centro Studi sul Paesaggio Culturale delle Langhe, e Andrea Sisti, Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei dottori Agronomi e dottori Forestali. Seguiranno le relazioni di Marco Devecchi, Presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali della Provincia di Asti, e dei dottori agronomi Alberto Mallarino, Edoardo Monticelli e Claudia Costa. Al termine degli interventi è prevista una tavola rotonda che chiamerà professionisti del paesaggio, rappresentanti della Regione Piemonte, Sindacati agricoli e delegati del Corpo Forestale a confrontarsi sul tema. Modera i lavori Carlo Cerrato.

Informazioni e iscrizioni: 011/4373429 odaf.piemonte-valledaosta@conaf.it

 

 

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