Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti. Novità di fine vendemmia: 300 ettari in più (in due anni), ottimismo su vendite e mercati, attesa per il 90° di fondazione e nelle vigne entra l’Intelligenza Artificiale per sapere in anticipo la produzione

inserito il 5 Ottobre 2022

Nelle pieghe di una nota stampa, rilasciata oggi, il Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti comunica notizie importanti non solo per la sua filiera, ma, essendo uno dei comparti più estesi e strategici, anche per il mondo del vino piemontese.

Cominciamo dagli ettari della zona di produzione del moscato bianco, il vitigno che si coltiva solo in 51 Comuni della zona di produzione tra le province di Asti, Cuneo e Alessandria. Storicamente sono sempre stati attorno ai 10 mila ettari. Ora, come ha comunicato il Consorzio, ci sarà un lieve, ma storico aumento di trecento ettari suddivisi tra il 2023 e il 2024.
Si legge nella nota stampa che: «L’Assemblea Generale dei consorziati ha approvato e proporrà a Regione Piemonte l’ampliamento di 300 ettari – da assegnare nel 2023 e 2024 – della superficie iscrivibile allo schedario vigneti di Moscato bianco per la produzione dei vini Asti DOCG, interrompendo una limitazione che si protraeva da lungo tempo. La nuova produzione si tradurrebbe in circa 3 milioni di bottiglie e costituirebbe una “scorta” per reagire con prontezza alle sollecitazioni del mercato, consolidando l’equilibrio con prospettive di crescita. Le nuove piante, infatti, non andrebbero in piena produzione prima del quarto anno dall’impianto e contribuirebbero al rinnovamento dei vigneti di Moscato bianco per l’Asti Docg». Insomma un aumento strategico che fa pensare a una strategia futura.

E a proposito di futuro ecco l’annuncio dell’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nella coltivazione dell’uva moscato bianco. Il Consorzio dice di avere condotto sperimentazioni in vigna con un apparato innovativo che permette di prevedere la produzione di uva.
Questo il racconto che ne fa: «Quanta uva produrrà il mio vigneto? Il viticoltore può valutare alcuni parametri come il numero di piante per ettaro, la loro nutrizione, la fertilità e la gestione del suolo, mentre non può controllare altri fattori quali l’andamento climatico, la disponibilità idrica e le malattie della vite. Durante la vendemmia 2022 è stata testata una nuova tecnologia validata all’Università australiana di Sydney e basata sull’elaborazione delle immagini grazie all’intelligenza artificiale, che rileva dati biometrici e colturali mappando il vigore vegetativo dei vigneti e il loro potenziale produttivo. Uno speciale veicolo ATV dotato di due fotocamere a colori, un Lidar, un GPS, un data logger e un alimentatore a batteria percorre tutte le interfile del vigneto riprendendo entrambi i lati dei filari. L’analisi delle immagini con l’intelligenza artificiale permette di riconoscere e contare i grappoli, elaborando il dato di “numero di grappoli per vigneto”. Questo sistema denominato “the Cartographer” rientra nel concetto di agricoltura 4.0 ed è stato testato in tre vigneti in bassa collina zona Strevi e tre in alta collina zona Mango con due rilevazioni a distanza di un mese. Dai primi dati il sistema si sta rivelando affidabile e potrà essere uno strumento di grandi utilità nella valutazione delle produzioni».
Sorprendente, senza dubbio e bene che Consorzi e vignaioli si affidino a sperimentazioni d’avanguardia.

Ma come è andata la vendemmia e come stanno andando vendite e mercati? Il Consorzio ne fa una dettagliata relazione. Intanto sostiene di guardare con ottimismo al futuro e che prosegue la marcia di avvicinamento al prossimo 17 dicembre, quando festeggerà il prestigioso traguardo del 90esimo anniversario. Definisce la vendemmia 2022 «dall’esito sorprendente» e spiega che: «Nonostante la siccità che ha caratterizzato questo 2022, la vendemmia dell’uva Moscato bianco si conclude con risultati assolutamente positivi, se vi vanno a considerare lo stato sanitario delle uve, la gradazione zuccherina e il contenuto aromatico dei mosti. La sintesi aromatica registrata quest’anno, infatti, è la più alta degli ultimi anni e il livello volumetrico si trova in equilibrio rispetto ai disciplinari. Il risultato è andato oltre alle aspettative, considerando che la scarsità di precipitazioni e le alte temperature che hanno caratterizzato l’estate 2022. In particolare, nell’area di produzione dell’Asti Docg, che si estende per 9.900 ettari in 51 Comuni, la piovosità fino ad agosto è stata inferiore del 30% rispetto agli anni scorsi. Nei mesi invernali e primaverili, fortunatamente però, si sono evitati i danni da gelo e, una volta cominciato il germogliamento, lo sviluppo della vite è stato rapido e costante, anticipando di circa 10/20 giorni la vendemmia, cominciata attorno al 20 agosto. Nonostante lo stress idrico e le elevate temperature, la qualità dell’uva non è stata influenzata da fenomeni di scottature ed appassimento, da un lato grazie all’adattamento della tecnica colturale e dall’altro al maggiore ispessimento della buccia causato all’insolazione stessa. La fertilità della vite, intesa come numero di grappoli per germoglio, nel 2022 è stata addirittura superiore al 2021, ma ha dato origine a grappoli con acini più piccoli. Delle alte temperature ha beneficiato poi la sanità dell’uva è stata elevata, permettendo un minor numero di interventi sulle piante, a tutto vantaggio della sostenibilità».

Quanti ai mercati e ai consumi, il Consorzio ricorda gli avvenimenti geopolitici mondiali che «condizionano le attività produttive e i consumi» e che «l’attenzione sulle vendite è massima» annunciando che «i dati relativi al primo semestre del 2022 confermano la tendenza delle vendite registrate nel 2021, mantenendo anche una analoga distribuzione dei mercati per le due tipologie: Asti Spumante sui mercati di riferimento di Russia, Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Germania ed Italia, mentre il Moscato d’Asti continua ad avere come principale mercato quello a stelle e strisce.  Nel complesso le esportazioni riguardano oltre il 90% delle produzioni».

Non mancano, tuttavia, le incognite. Infatti nella nota consortile si legge che: «Con la consapevolezza che lo scenario potrebbe mutare rapidamente a causa degli sviluppi geopolitici mondiali in continua evoluzione e con la preoccupazione legata all’aumento dell’inflazione e dei costi delle materie prime e dei trasporti, il Consorzio dell’Asti lavora instancabilmente per tutelare e promuovere la Docg Asti, garantendo così ricadute positive per tutti i membri della filiera e del proprio territorio di produzione. La sfida è mantenere i numeri positivi che hanno caratterizzato il 2021, quando si erano registrati oltre 60 milioni di bottiglie di Asti Spumante e 42.000.000  di Moscato d’Asti».

Poi ci sono le dichiarazioni dei vertici affidate al presidente, Lorenzo Barbero e al vicepresidente senior, Stefano Ricagno che precisa alcuni aspetti relativi alla raccolta delle uve moscato bianco: «La vendemmia 2022 – dichiara – è frutto di un anno climatico difficile e impegnativo. Il gran caldo e l’eccezionale siccità confermano che i cambiamenti climatici non sono un fenomeno “in divenire”, ma dobbiamo imparare a conviverci fin da ora mutando e adattando i nostri comportamenti. I risultati in vigna e in cantina ripagano degli sforzi fatti. Dal punto di vista qualitativo l’uva moscato che è stata raccolta è bella, sana e i mosti stanno confermando un quadro aromatico eccellente»

Si chiude con le parole di Barbero che richiamano all’ottimismo: «Nonostante il quadro geopolitico internazionale e i costi dell’energia che si stanno abbattendo sulle nostre aziende – afferma il presidente del Consorzio – , ci sono tutti i presupposti per ottenere ottimi vini, attesi dai mercati che hanno confermato l’interesse per l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti Docg».

fi.l.


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