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Consorzio: «Arrivati a 106 milioni di bottiglie di Asti e Moscato». Rientrano Chiarlo e Rivetti. Verso l’erga omnes

Anche quest'anno, in Italia e nel mondo, si brinderà con Asti docg e Moscato d'Asti docg (foto Vittorio Ubertone)

Sfondato il limite dei 100 milioni di bottiglie, aziende e marchi noti che rientrano nell’area consortile e il prossimo riconoscimento ministeriale dell’erga omnes, cioè del ruolo guida dell’ente di tutela. Sono queste le novità più eclatanti che trapelano dall’assemblea straordinaria del Consorzio dell’Asti docg e del Moscato d’Asti docg che si è svolta martedì 20 dicembre.

Per quanto riguarda la produzione 2011, in vista del consueto picco di vendite delle feste di fine anno, il presidente del Consorzio, Paolo Ricagno, ha annunciato il superamento della soglia dei 100 milioni di bottiglie imbottigliate, 106, per la precisione tra Asti e Moscato docg.

Ricagno ha pure annunciato il ritorno in Consorzio di due aziende importanti che mesi fa avevano deciso di uscire dal sodalizio. Si tratta della Michele Chiarlo, di Calamandrana, con vigneti anche a Barolo; e della Spinetta di Castagnole Lanze, controllata dalla famiglia Rivetti, che mesi fa ha rilevato la Contratto di Canelli.

Non è escluso che a questi “rientri” ne seguano altri. Chiarlo e Rivetti erano usciti dal Consorzio dopo l’uscita di due marchi storici, Gancia e Martini & Rossi insieme a case vinicole minori.

L’assemblea straordinaria del Consorzio ha quindi approvato il nuovo statuto consortile, adeguato al decreto legge 61 che regola il mondo del vino e l’attività dei consorzi di tutela.

Secondo fonti vicine alla presidenza l’approvazione dello statuto consentirà al Consorzio di ricevere dal Ministero il via libera all’erga omnes, cioè di avere la possibilità, sancita per legge, di decidere politiche e regole di produzione da applicare a tutti, anche a chi è fuori dal sodalizio.

Sdp

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  1. ….. quante brutte notizie …. infine, ci mancava solo più che il governo in delega dei potentati europei (Monti) venisse anche a ficcare il naso nelle vigne. Che delusione, viene proprio voglia di chiudere!

  2. @aldo cane- luca vola. La decisione finale spetta sempre all’Assessore Regionale all’Agricoltura. L’Assessore Regionale all’Agricoltura, di qualunque tendenza sia, è pur sempre un “politico” che ragiona in base ai voti che, alle prossime elezione, può ricevere. Se in contrapposizione al Consorzio, che eventualmente prende decisioni non condivise, c’è una forte opposizione da parte di qualche associazione agguerrita e numericamente forte, dove pensi penda la “decisione regionale”? Vicenda Zonin -Asti insegna…e l’amico Filippo avrà sempre il suo blog bello caldo…

    Buon Moscato d’Asti

  3. aldo cane…se posso aggiungere un’altra cosa non solo è una forzatura, ma forse bisognerebbe rispolverare i giornali di giusto un anno fa per capire come sono stati fatti entrare i soci nel consorzio…per quanto riguarda i rientri di queste case non riesco a vederci chiaro nemmeno io..per quanto riguarda l’erga omnes io sapevo che aveva la possibilità di proporre, non di decidere direttamente; spero di avere ragione altrimenti posso cambiare lavoro subito!!

  4. Ma chi governerà l’erga omnes? I contadini che hanno dato la possibilità del riconoscimento o gli industriali che ne hanno pagato le quote?

    Buon Moscato d’Asti

  5. devo dire che fatico un po’ tanto a seguire questi balletti. La politica del consorzio non mi pare, oggi, diversa da quella di alcuni mesi fa; quindi perché le aziende uscite in contrasto con la politica consortile, oggi rientrano?
    Altro punto quello dell’erga omnes, a me pare una decisa forzatura del sistema, vista la “facilità” con cui lo si può ottenere.

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