Tempo di elezioni ai vertici dei Consorzi vinicoli piemontesi. Fumata ancora nera per il Consorzio del Brachetto d’Acqui docg. Il 21 aprile si è votato per il Consiglio, che è rimasto sostanzialmente invariato. Per il presidente bisognerà attendere l’11 maggio. La situazione delicata del Brachetto potrebbe indurre il comparto alla continuità consortile. Secondo indiscrezioni si andrebbe verso una riconferma del presidente uscente Paolo Ricagno, imprenditore vinicolo di lungo corso e tra i più grandi proprietari di vigne del Piemonte con oltre 250 ettari di vigneti, anche presidente anche della Cantina sociale Vecchia Alice e Sessame e più volte a capo del Consorzio dell’Asti docg.
Per quanto riguarda la “corazzata” Barolo e Barbaresco si è già deciso. Orlando Pecchenino è il nuovo presidente del Consorzio di tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. Un’elezione, come di legge nella nota ufficiale rilasciata oggi, nel segno della continuità.
Pecchenino succede a Pietro Ratti della Cantina Renato Ratti, di cui è stato per tre anni vice presidente insieme ad Aldo Vacca, direttore della Produttori Barbaresco. Viticoltore di Dogliani, 54 anni, il neo presidente è chiamato a guidare un Consorzio con oltre 500 aziende vitivinicole associate che rappresentano un territorio di circa 9 mila ettari di vigneti, in gran parte riconosciuti Patrimonio dell’Umanità Unesco, e una produzione di oltre 60 milioni di bottiglie. “Pecchenino – rimarca il comunicato consortile – è anche l’espressione di un territorio e di una denominazione, il Dogliani. Non mancano le prime dichiarazioni. «La mia elezione – ha detto il nuovo presidente – è insieme continuità con il lavoro svolto finora da Pietro Ratti e volontà di far crescere tutte le Langhe. Tutela massima al Barolo e al Barbaresco che, grazie alle capacità e professionalità dei produttori, hanno fatto grande questo territorio e grande attenzione allo sviluppo e alla crescita degli altri vini». Insomma bene B&B e teniamocili stretti, tuttavia ci sono anche altri vini nelle Langhe. Un concetto che sembra aprire la porta a denominazioni emergenti, come il Langhe Nebbiolo che starebbe veleggiando attorno ai 5 milioni di bottiglie, conquistando mercati. A breve sarà nominato il Consiglio di amministrazione che resterà in carica fino alla primavera 2019.
Tra gli impegni del nuovo presidente, già in programma l’edizione numero tre di Grandi Langhe Docg, che si svolgerà da 2 al 4 aprile 2017. L’evento richiamerà in Langa, Roero e Dogliani centinaia di buyer e operatori professionali da tutto il mondo.
Il Consorzio in numeri: 508 aziende vitivinicole associate; 9 mila ettari di vigneti; 60 milioni di bottiglie; 441.398 ettolitri di vino la produzione della vendemmia 2015; 10 denominazioni tutelate (Barolo, Barbaresco, Dogliani, Dolcetto di Diano d’Alba, Barbera d’Alba, Langhe, Dolcetto d’Alba, Nebbiolo d’Alba, Verduno Pelaverga, Alba)
SdP