Concorso. Un Acqui docg Passito premiato al Concours Mondial Bruxelles. Gli altri piemontesi premiati

inserito il 9 Gennaio 2023

Silvio Bragagnolo è un giovane produttore vitivinicolo piemontese, lato alessandrino, precisamente di Strevi, una delle zone elette a patria di vitigni aromatici piemontesi pregiatissimi come il moscato bianco, che serve per fare l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti, e il brachetto da cui si ricava il Brachetto d’Acqui docg e l’Acqui docg in varie versioni dal brut rosé spumante, al rosato e rosso “fermi”.

Bragagnolo si è dedicato ai vini passiti (Bragagnolo Vini Passiti), una vera e propria arte vitivinicola che a Strevi ha una illustre storia con lo Strevi doc, passito a base di uve moscato bianco. Silvio è stato premiato da un concorso di livello mondiale per il suo Acqui Passito docg da uve brachetto tutelato dal Consorzio di cui è presidente Paolo Ricagno. E se non è frequente che un vino passito italiano sia premiato a un concorso internazionale, è ancora più particolare che lo sia un passito da uve brachetto che, a torto, una delle tipologie mai abbastanza celebrate, brindate e vendute.

Il concorso che lo ha premiato è il Concours Mondial Bruxelles che ha elargito riconoscimenti importanti anche ad altri vini piemontesi.

La selezione vini passiti si è svolta a Marsala, in Sicilia e proprio Silvio Bragagnolo, per la prima volta, è stato chiamato a essere, oltre che concorrente, anche giudice. «Ma i campioni erano tutti rigorosamente anonimi» ha precisato. Il suo Acqui docg passato Passione 2018 si è aggiudicato il sigillo d’argento e così l’azienda Bragagnolo Vini Passiti di Strevi, già premiata in altre edizioni passate del Concours, ancora una volta è salita sul podio.

Un ottimo risultato per una realtà avviata negli Anni Trenta del ‘900. «La continua ricerca della qualità in vigna e in cantina ci hanno portato risultati e riconoscimenti importanti – spiega Silvio -. Dietro alla scelta di produrre vini passiti c’è anche la consapevolezza delle enormi potenzialità del nostro territorio e delle nostre uve. E mi piacerebbe – aggiunge Bragagnolo – che questa consapevolezza crescesse almeno quanto, se non di più, quella che stanno dimostrando altre regioni d’Italia e del mondo. Il Piemonte – sostiene – deve tornare a dimostrare concretamente quello che può e deve fare in cambio vinicolo e viticolo».

Intanto Silvio ha ritirato il suo premio a Roma con grandi complimenti degli organizzatori del Concours Mondial Bruxelles. E dice: «Considero premi non un punto d’arrivo, ma stimoli a continuare a migliorasi. Io ho intenzione di farlo perché amo quello che faccio insieme un territorio, un paesaggio e una natura che sono unici al mondo e che vanno rispettati e tutelati nel segno dei grandissimi vini che possono esprimere».

Il Concorso e i vini piemontesi premiati

Il Concours Mondial Bruxelles ha un sottotitolo impegnativo: “The united stations of fine wines”, che un po’ lo identifica come l’Onu del buon vino. Definizione importante che lega il concorso, che ha una storia decennale, a un’enorme mole di vini da selezionare e premiare.

Nell’anno appena passato i vini piemontesi premiati sono stati poco più di una ventina con 7 sigilli oro e quindi d’argento. L’oro è andato a: il Monferrato Rosso Uceline 2015 di Mariuccia Borio (Castiglione d’Asti – Asti) da rare uve uvalino; il Nizza docg Quattro Filari 2017 di Beppe Marino (Santo Stefano Belbo – Cuneo); la Barbera d’Alba dc 2019 La Marchesa di Cravanzola ; (Castellinaldo d’Alba – Cuneo); alla Barbera d’Asti Insyntesis 2016 della Cantina Vinchio e Vaglio (Vaglio Serra – Asti); Vermouth Rosso di Torino di Mirafiore e Fontanafredda (Serralunga d’Alba – Cuneo); Barbera d’Alba doc Fratelli Casetta Superiore 2016 (Vezza d’Alba – Cuneo); Piemonte doc Freisa Minibus Terra della Cantina Terre dei Santi di Castelnuovo don Bosco e Sandamiano d’Asti (Asti). Sigilli d’argento sono andati a: Nizza docg Barcarato 2017 di Clemente Guasti (Nizza Monferrato – Asti); Roero docg Canavodi 2017 di Cravanzola; Barolo docg Monroe 2018 di Teo Costa di Castellinaldo d’Alba; Nizza docg Vitivecchie 2019 di Gianni Doglia (Castagnole Lanze – Asti) Acqui docg Passito Passione 2018 di Bragagnolo Vini Passiti (Strevi – Alessandria); Piemonte doc Bricco dei Guazzi Albarossa 2018; Monferrato Rosso Policampo 2017 e Barbera d’Asti docg Superiore Litina 2018 entrambi di Mariuccia Borio; Barolo docg Casali del Barone 2018 di Schenk Italia (Ora – Bolzano); Asti Spumante docg di Bosio Family Estates (Santo Stefano Belbo – Cuneo); Nizza docg Angelo Brofferio riserva 2017 di Cantina Barbera die Sei Castelli (Agliano Terme e Castelnuovo Calcea – Asti); Barbera d’Asti docg Superiore Ciot 2017 di Cantamessa (Castiglione d’Asti – Asti); Gavi docg Ventola 202 di La Bollina (Serravalle Scrivia – Alessandria); Colli Tortonesi doc Piccolo Derthona 2020 di Cantina di Tortona; Alta Langa docg di Dezzani (Cocconato – Asti).

fi.l.

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