I temi agricoli, con riferimento particolare a quelli vitivinicoli, sono inevitabilmente al centro del dibattito, anche politico.
Il presidente dell’associazione Comuni dl Moscato, Luigi Genesio Icardi, sindaco di Santo Stefano Belbo (Cuneo) che è anche candidato alle elezioni regionali, ha affrontato questioni delicate legate al moscato. Eccole.
«Ho fatto presente al ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, in vista nei giorni scorsi ad Acqui Terme, che la realtà del vino in Piemonte non è soltanto quella del primato delle esportazioni, ma anche quella di molte aziende del Moscato che faticano a tirare avanti, difendendo tenacemente vigneti storici tanto pregiati, quanto svantaggiati sul piano delle condizioni di lavoro e quindi della competitività economica. Bisogna che questi Sorì, vigneti eroici, vengano assolutamente tutelati, per evitare che scompaiano, creando un danno enorme non soltanto ai produttori direttamente interessati, ma all’immagine di tutto il settore e all’ambiente. Ho consegnato al ministro le risultanze dell’ultima assemblea dell’Associazione dei cinquantuno Comuni del Moscato nella quale è emerso che negli ultimi cinque anni si sono persi quasi 120 ettari di vigneti di uva Moscato storici non meccanizzabili e che ne “sopravvivono” poco più di 300 ettari. Occorrono un progetto moscato, che preveda misure urgenti a sostegno del reddito delle aziende viticole e vitivinicole, oggi in forte sofferenza e maggiori investimenti promozionali sui vini, sia a favore dei produttori vinicoli (fondi Ocm), che a vantaggio di vignaioli, consorzi e associazioni di produttori (Psr). Bisogna rendere le nostre aziende agricole competitive, ristrutturare le Cantine in chiave moderna e sostenibile e promuovere l’adeguamento del settore cooperativistico alle nuove competenze eno-turistiche dei Consorzi, in modo da consolidare la presenza sui mercati nazionali ed europei, oltre a quelli etra Ue».
Icardi, a nome dei Comuni del Moscato, ha anche parlato del Canelli docg, la recente denominazione di un cru da uve moscato che comprende una parte dei Comuni compresi nella sottozona Canelli. Ecco la nota stampa che è stata diffusa.
«Il Canelli D.O.C.G, la nascente nuova denominazione che individua un cru di Moscato d’Asti con un proprio disciplinare di produzione e area dedicata, è un progetto che va difeso e promosso perché è a beneficio di tutta la filiera. E’ un progetto che parte da lontano, su cui si lavora da anni, ed ora la scelta di realizzare una nuova D.O.C.G. è stata voluta e deliberata dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti, su consiglio della Regione Piemonte. Ci sono però alcune aree che, pur essendo incluse nella vecchia sottozona Canelli, sono state escluse dal disegno di questa nuova denominazione, e che vorrebbero invece continuare a far parte della zona di riferimento.
Credo che questa questione sia piuttosto importante, ed è certamente materia di discussione per un tavolo della Associazione dei Sindaci del Moscato, perché strettamente legata al territorio e al comparto; a mio avviso, vanno fatte le opportune valutazioni per avere un giusto e storico coinvolgimento del territorio del Moscato in questa nuova misura, ed è doveroso sentire le voci e le versioni dei diversi attori coinvolti nell’operazione, cercare una condivisione senza alcun preconcetto e con la massima apertura possibile.
Sono infatti istanze che vanno analizzate alla luce delle possibilità reali e concrete di un accoglimento dei diversi Comuni interessati, ed in ogni caso, lo scopo primario deve essere nel rispetto delle tipicità e dell’opera che in molti hanno messo in atto, e non da ora, per la valorizzazione di ogni sfaccettatura dell’universo Moscato.
Molti sono gli strumenti che abbiamo a disposizione: dalle menzioni geografiche aggiuntive alle sottozone, l’importante è lavorare insieme, uniti per il nostro territorio.
Come Presidente della Associazione dei Comuni del Moscato, ed anche sindaco di un Comune che rivendica la più ampia superficie vitata di questo splendido vitigno, comunico la disponibilità del gruppo che presiedo ad affrontare questa questione, auspicando che dal confronto su questo e altri progetti con al centro le migliori ed eccellenti produzioni agricole piemontesi, nascano iniziative comuni, costruttive e lungimiranti, perché, come dimostrano molti esempi virtuosi, il Piemonte quando fa squadra, anche e soprattutto in campo agricolo, raggiunge ottimi risultati».