Dark Mode Light Mode

Coltivare moscato o nebbiolo? Con un click i vigneti ideali. Presentato il software voluto dalla Regione Piemonte

Scoprire con un click quali sono i vigneti migliori per coltivare moscato per Asti docg, o uva nebbiolo da Barolo o Barbaresco. Ma anche censire la loro estensione, l’esposizione , la pendenza, l’incidenza di coltivazione oltre che la loro posizione geografica attraverso il sistema gps, lo stesso dei navigatori satellitari e degli smartphone.

 

Se ne è parlato a Santo Stefano Belbo, nel Cuneese, nel corso dell’incontro voluto dalla Regione Piemonte che attraverso l’assessorato all’Agricoltura (assessore Claudio Sacchetto), ha elaborato il primo software per la “definizione dell’ idoneità territoriale viticola”

vigneti di moscato (ph. Vittorio Ubertone)

Che detto così fa rabbrividire, ma in realtà, come hanno spiegato dirigenti e tecnici regionali, è un programma computerizzato che, incrociando vari dati, consente di individuare e censire tutte le caratteristiche dei vigneti di una certa area di produzione, contribuendo a segnalare, comparando i dati dei disciplinari, gli appezzamenti più indicati per una certa tipologia di vino. Il che potrebbe essere uno strumento interessate in campo commerciale, consentendo di analizzare meglio le proiezioni dei mercati.

Secondo la Regione Piemonte sarebbe il primo esempio in Europa di anagrafe incrociata digitale. «Non ce l’hanno nemmeno i francesi» è stato detto (però i francesi hanno tante altre cose…). Ora si tratta di vedere quando il software sarà di uso pubblico. I tecnici hanno detto tra un paio di mesi sul sito della Regione Piemonte.

Case e vigne di moscato (ph. Vittorio Ubertone)

A fine presentazione ci sono stati gli interventi, quasi tutti incentrati sulle misurazioni dei vigneti. Tema non da poco vista la presenza in sala di Ezio Pelissetti, ad di Valoritalia, ente di controllo che, sia pure tra tante discussioni, sta facendo chiarezza sul vigneto Piemonte. Per Fabrizio Rapalino (Coldiretti) ci vuole tolleranza nelle misurazioni. Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio dell’Asti, ha sottolineato l’attenzione e i progetti con cui l’ente sta seguendo certificazioni e valorizzazione del vigneto moscato. Lo setsso Pelissetti, rispedendo al mittente eventuali accuse di “eccesso di severità” ha concordato sulla tolleranza verso i minimi errori di misurazione difendendo però la severità verso i “furbetti” del vigneto e invocando decisioni politiche in merito. Da Giovanni Satragno, presidente di Assomoscato, lo sfogo dei viticoltori: «Ok ai nuovi software che aiutano il comparto che, però, resta soffocato da mille lacci e laccioli di una burocrazia che strangola le aziende vitvinicole». Impossibile dargli torto.

Infine l’assessore Sacchetto che in una nota ufficiale ha dichiarato: «Dagli studi di idoneità si identifica il vino non solo come prodotto di una specifica attività agricola, ma anche quale risultato del territorio da cui deriva: il paesaggio in cui nasce va considerato quale fondamentale valore aggiunto che contribuisce alla qualità del prodotto finale. Il  territorio  viticolo  è  caratterizzato  da  variabilità orografica,  geologica,  pedologica  e  climatica  e  la  sua  caratterizzazione  effettuata  sulla scorta  di  importanti  parametri  oggettivi  e  ambientali  costituisce  uno  strumento  per incrementare le opportunità economiche. Lo  studio  di  idoneità  viticola  presuppone  l’acquisizione  e  l’integrazione  delle conoscenze dei fattori ambientali ottenibili solo attraverso un lavoro interdisciplinare. Il  risultato  finale  di  uno  studio  di  idoneità  viticola  costituisce  per  il  viticoltore  uno strumento da utilizzare nelle scelte gestionali del vigneto e dell’azienda allo scopo di far esprimere  al  vitigno  le  proprie  potenzialità,  e  per  la  Pubblica  Amministrazione  un  valido supporto nelle scelte di pianificazione territoriale».

Che dire? Il tempo di certe didascalie con le facce rugose e cotte dal sole dei vignaioli sembra volgere al termine. O, meglio, dovrebbe cedere il passo ad una visione che comprenda anche il nuovo volto del mondo del vino piemontese, fatto da software, smartphone  e tablet, ma anche da gente che dice ai politici fateci lavorare senza tanti intoppi. Se poi c’è un programma da computer che aiuta, meglio ancora.

Sdp

 

View Comments (1) View Comments (1)
  1. ben detto filippo!! io ad esempio sono fiero di avere la faccia cotta (direi abbronzata, meglio!) dal sole e allo stesso tempo contento se ci sono programmi informatici in grado di “assistermi” nel mio lavoro”. qui se permetti però vorrei aprire una piccola parentesi. data l’enorme burocrazia sono necessarie un gran numero di pratiche che svolgono i nostri sindacati con un costo per ognuna. il programma utilizzato dalle PA per queste pratiche è rupar Piemonte, di cui esiste l’equivalente per le aziende private, Sistema Piemonte. qualunque agricoltore che abbia la partita iva può iscriversi e da li misurare i propri terreni (mq2, non le specificità di cui hai trattato nell’articolo), visionare il fascicolo aziendale, fare la dichiarazione dell’uva, richiesta del gasolio, pratiche estirpo reimpianto. il problema è l’utilizzo di questo programma che non è cosi intuitivo, anche per chi è giovane come me e con il computer ci sono nato (pur senza essere uno smanettone). ci vorrebbe qualcuno che ci insegnasse ad utilizzarlo in tutte le sue potenzialità, ma chi potrebbe farlo, cioè i tecnici, perchè dovrebbero se loro traggono compenso? allora se qualcuno ha davvero intenzione di aiutarci, prima di tutto si limiti la burocrazia all’osso e per quella indispensabile, ci diano gli strumenti per affrontarla. se mi compro una ferrari ma non ho la patente cosa me ne faccio? oppure c’è qualcuno a cui interessa darci il pesce senza insegnarci a pescarlo!!!??? appello rivolto a tutti, grazie per lo spazio!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Post

Bosco (Ctm): «Care industrie dell'Asti docg non chiamatevi più "Case spumantiere". Ecco perché...»

Next Post

Natale 2012: Gancia fa réclame con il filmato storico. Un russo rilancia le radici piemontesi dello spumante

Pubblicità