I francesi avranno anche problemi a gestire le amanti dei loro Presidenti della Repubblica, soffriranno pure di depressione quando sono battuti a calcio o a rugby, ma si consolano in quanto a performance enologiche. L’ultima news arriva dall’ufficio italiano del Comité dello Champagne, il Consorzio di tutela delle bollicine più famose di Francia. Ebbene secondo quei dati lo Champagne è ancora il re mondiale degli spumanti con quasi 5 miliardi di euro di fatturato annuale e 304 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo, Italia compresa dove il vino dei “cugini” è spesso scelto per brindare. Perché noi SdP riportiamo questi dati? Masochismo? Tafazzismo? Malcelata invidia? Niente di tutto questo. La verità è che siamo inguaribilmente ottimisti e speriamo che, guardano ai primi della classe, i produttori italici si concentrino al meglio sul proprio business e sul lavoro da fare, in tema di comunicazione e valorizzazione. Perché lasciando da parte stupidaggini come “lo spumante italiano supera lo Champagne”, c’è da fare davvero tanto. Ma mica per scimmiottare i francesi o ingaggiare eno-duelli con loro. Piuttosto per imparare come far capire al mondo che l’Italia dei vini vale molto. E smettiamola di dire, come fanno alcuni analisti, che su certi mercati esteri i vini italiani vanno di più di quelli francesi perché costano meno. È svilente, oltre che idiota.
Intanto, per i cultori dei numeri e delle notizie, ecco cosa dice il Comité Champagne sull’annata di vendite appena conclusa:
«Secondo le stime del Comité Champagne, l’ente semipubblico che riunisce tutte le maison e tutti i vigneron dell’omonima regione, nel 2013 sono state spedite 304 milioni di bottiglie con un lieve calo dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Un risultato soddisfacente nel difficile contesto economico che caratterizza i principali mercati europei.
Il mese di dicembre, che rappresenta circa il 15% delle spedizioni annuali, ha compensato in parte il calo dei volumi del periodo precedente totalizzando quasi 42 milioni di bottiglie, ossia l’8% in più rispetto a dicembre 2012.
Nel dettaglio le spedizioni di Champagne verso la Francia subiscono un calo del 2,3% (167 milioni di bottiglie), del 3,4% verso l’Unione europea (74 milioni di bottiglie) e continuano la loro crescita nel resto del mondo con un incremento del 3,2% pari a 63 milioni di bottiglie.
Il giro d’affari della filiera raggiunge i 4,3 miliardi di euro e rappresenta la quinta migliore performance nella storia dello Champagne. Se si tenesse conto della rivalutazione dell’euro rispetto al dollaro e allo yen il giro d’affari del 2013 sarebbe prossimo al record assoluto raggiunto nel 2007.
Il livello delle spedizioni di Champagne nel 2013 è in linea con gli obiettivi fissati dall’interprofessione Champenoise in occasione della vendemmia. Quest’ultima ha effettivamente prodotto l’equivalente di 304 milioni di bottiglie e conferma la sua eccellente qualità.
I principali mercati all’export hanno battuto il record dell’anno precedente e rappresentano ormai più del 20% a volume e più del 25% a valore. Vigneron e Maison della Champagne sono soddisfatti di questa tendenza.
Il Comité Champagne, creato dalla legge francese del 12 aprile 1941, ha sede a Epernay e riunisce i viticoltori e Maison di Champagne. L’organizzazione interprofessionale rappresenta uno strumento di sviluppo economico, tecnico e ambientale. Il Comité Champagne mette le due professioni in relazione tra loro e conduce una politica di qualità costante e di valorizzazione del patrimonio comune della denominazione».