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Cartolina per Calabresi Mario e Massobrio Paolo: occhio al vino scambiato!

 

vino-scambiatoLo ammetto: non mi piace affatto le pulci al lavoro dei colleghi (nonostante sia uno sport ampiamente praticato dalla categoria). Ma quando si tratta di temi che mi coinvolgono come giornalista e cittadino che vive e lavora in Piemonte, lo riammetto, mi parte il “balurdun”. Domenica, 5 luglio, La Stampa, storico quotidiano di Torino, e quindi piemontese, nella sua versione on-line presenta un estratto della versione cartacea. C’è anche la rubrica di Paolo Massobrio dedicata al vino. Ma chi l’ha messa in rete o è un astemio allo stadio terminale o, peggio, un ignorante patentato. Perché? L’articolo di Paolino parlava dell’Arneis, un vino bianco, bastava leggersi il pezzo per capirlo, mica bisognava essere un sommelier di Gusto del Tg5. E invece è stata messa la foto di un vino rosso. Massì, che ce frega! uno vale l’altro. Robe da matti! Come non bastasse, ma questo è un peccato veniale, sia pure becero, in cima alla foto ci sta il titolino «cucina», non vino, enologia, cantine, non proprio «cucina». Mah. Insomma caro Calabresi Mario (diretur) o chi per lui, butta un occhio anche alla Stampa web chè sennò, lo dico da «attento lettore» si rischia il ridicolo. Esagero? Forse, ma per il Piemonte, caro diretur, che vive anche di agroalimentare, vino in cluso (chiedere a quelli di Slow Food che l’hanno capito prima e meglio degli altri), erroracci come questo fanno male.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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