Le notizie: un Martini entra nel CdA della Cantina sociale di Canelli che veleggia bene, crisi permettendo; e sul Moscato il presidente-parlamentare, Roberto Marmo, apre all’aumento della produzione, «Lo richiede il mercato». Sembrano note a margine di un incontro tutto sommato senza novità eclatanti, quello convocato dall’Antica cantina di Canelli, uno degli enopoli più antichi del Piemonte, che da sette anni a questa parte sembra vivere una stagione di rilancio. Fautore è il presidente, Roberto Marmo, 60 anni appena compiuti, un passato e presente in politica (sindaco di Canelli, presidente per due mandati della Provincia di Asti e oggi parlamentare a Roma), con la vena buona per gli affari e la creazione di imprese che funzionano.
E la Cantina sembra davvero funzionare, nonostante i tempi di crisi che si sta attraversando. Marmo parla di fatturati. Quello relativo ai prodotti della Cantina è passato in sette anni da 800 mila euro per 300 mila bottiglie prodotte a oltre 6 milioni di euro per 3 milioni di bottiglie da vini locali (soprattutto Moscato, Barbera e Dolcetto). La joint-venture con la multinazionale olandese Baarsma, propriatria del marchio Canej (vini aromatizzati), fa schizzare il fatturato della cooperativa canellese a quasi 22 milioni di euro con un volume di bottiglie che si attesta attorno ai 14 milioni di pezzi.
Si può ancora parlare di cooperativismo? Secondo Marmo (e in Emilia lo avevano capito decenni fa) sì. «Siamo una cantina sociale, ma anche un’azienda vinicola a tutti gli effetti» ha detto il presidente-parlamentare. Con buona pace di chi, aziende competitor, muove critiche a questo nuova generazione di enopoli, legati al territorio, ma aperti al business mondiale, magari anche favorendo sinergie con maison che fanno meno volumi e più nicchia. «Stiamo valutando alcune proposte in Langa e nei nostri dintorni» ammette Marmo.
Ed ecco le news meno consuete e più “notizie”. Intanto nel Cda dell’Antica Cantina di Canelli entra Piero Martini, industriale vinicolo di lungo corso, il cui cognome rievoca, oltre al famoso marchio omonimo (nessuna parentela, però) anche la F.lli Martini, il gruppo che ha a capo il cugino, quel Gianni Martini che è presidente del Consorzio del Gavi e ai vertici anche di quello dell’Asti e del Moscato presieduto da Paolo Ricagno (anche lui presidente di cantina sociale, ma ad Alice Belcolle nell’Alessandrino). Il ruolo di Martini a Canelli sarà quello di “socio sovventore”. Un incarico che Marmo non ha spiegato nei particolari anche se, secondo la giurisprudenza relativa prevede l’apporto di capitali e/o competenze manageriali. E pare che a Piero Martini non manchino entrambe le cose.
L’altra notizia Marmo l’ha data rispondendo ad una domanda diretta di Sdp, se, cioè, stante la grande richiesta di moscato (moscato tout court e non solo Moscato d’Asti docg) che sta crescendo soprattutto all’estero, non sia il caso, come alcuni esponenti del comparto – tra cui proprio il presidente consortile Ricagno – stanno facendo, di pensare ad aumentare i volumi di produzione dell’uva, tenendo ferma, beninteso, la qualità. «Noi esportiamo l’85% della nostra produzione – ha detto il presidente -. Se, con la revisione dei vigneti, si è perso fino al 10% dei filari e se, come mi dicono, in altre regioni d’Italia e all’estero stanno piantando moscato seguendo la richiesta del mercato, allora noi non possiamo stare al palo e una riflessione sulel produzioni in vigna la dobbiamo fare». Il che, detto davanti a Piero Martini che ha sempre masticato eno-business, offre a tante interpretazioni con un comune denominatore: le cantine sociali piemontesi hanno cambiato pelle e chi ancora non l’ha fatto rischia di sparire. Non c’è discussione che tenga.
Infine qualche accenno al futuro. Ha detto Marmo: «Abbiamo fatto tanto in questi sette anni grazie ad una squadra fantastica, a progetti solidi e anche ai fondi Ue e regionali che hanno li hanno supportati. Ora guardiamo sempre di più all’estero, senza dimenticare l’Italia, con nuovi prodotti e la valorizzazione di quelli storici». Insomma un occhio al futuro guardando al passato facendo un bagno nel presente. Sembra la ricetta perfetta. Lo stabilirà il mercato. Intanto, qui di seguito la videointervista che Marmo ci ha concesso a margine della conferenza stampa.
Sdp
Intervista a on. Roberto Marmo presidente Antica Cantina di Canelli
Le fotografie