Canavese. L’Erbaluce di Caluso e i suoi “fratelli” in cerca di unità e rilancio. Caterina Andorno: «Compito non facile, ma i primi passi ci sono»

inserito il 29 Giugno 2018

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Qualcuno sa dove si trova il Canavese? Se lo chiedete risponderanno in pochi. La verità è che troppi che abitano e lavorano in Piemonte non lo sanno. Noi per primi. Confusamente: tra le province di Torino e Biella, dalle parti di Ivrea? Anche. Il fatto è che dobbiamo ringraziare Caterina Andorno, la presidente del Consorzio di Tutela dell’Erbaluce di Caluso docg e Carema e Canavese doc, per averci invitato a scoprire una delle zone vinicole più belle e meno conosciute del Piemonte. Il che è un vantaggio, sia chiaro. Perché qui c’è molto da fare, molto da lavorare e la Caterina, che da donna è una molto concreta e di poche e misurate parole, ha messo molta carne al fuoco mettendo insieme anime diverse e individualiste che in terra piemontese hanno patrie un po’ dappertutto, Langhe e Monferrato compresi.
Dunque la nostra visita in Canavese si è tradotta nella presentazione di iniziative e progetti che il Consorzio, insieme ad altri enti, istituzionali e di categoria, ha messo in campo. Ne potere leggere nel Comunicato stampa che pubblichiamo in cosa a questa nostra presentazione. Per il resto Consorzio e produttori dei vini del Canavese hanno messo in campo un’azione di accoglienza che dovrebbe essere presa ad esempio da altre e più blasonate plaghe piemontesi. Unico suggerimento ad alcuni produttori canavesani: lasciate da parte certi paragoni: Langhe Roero e Monferrato fanno la loro strada spesso con problemi interni e politiche discutibili. Hanno altri vini, diversi, non migliori o peggiori, ma diversi. Ed è su questa diversità, a nostro avviso, che il Canavese deve puntare per farne la propria forza, magari cercando sinergie proprio con altre patrie vinicole piemontesi. Non ci capisce, ad esempio, perché in Langa o in Monferrato, si facciano eventi legati a vini non piemontesi, quando il Canavese, insieme alle zone del Gavi o dell’Acquese oltre alle solite note, esprimono tipologie tutte da scoprire, sia vini fermi che bollicine, sia passiti che metodo Classico o Martinotti. Basta pensarci, come bene fa il Consorzio che ha presentato anche una interessante ricerca sul profilo aromatico dell’Erbaluce.
Qui di seguito la nota stampa dell’ente consortile, la nostra video intervista a Caterina Andorno e alcune immagini del tour in Canavese. Buona lettura e buona visione.

Sono stati presentati il calendario eventi del secondo semestre 2018 e il nuovo “Progetto Capannine meteo”. Inoltre, sono stati divulgati, in anteprima, irisultati ottenuti dalla ricerca “Gli aromi varietali dell’Erbaluce di Caluso Docg” condotta insieme a Fabrizio Torchio – ricercatore dell’università di Viticoltura ed Enologia di Piacenza e in collaborazione con il laboratorio Grape srl di Alba.

Calendario eventi:

Ad aprire il calendario, il 23 luglio il seminario “Scopri l’oro del canavese in rosa” organizzato ad Asti in collaborazione con ONAV Asti e volto a raccontare le tre declinazioni dell’Erbaluce di Caluso Docg (fermo, spumante e passito). La giornata è aperta non solo agli associati Onav, ma a tutti gli appassionati che possono iscriversi tramite il sito onav@asti.it. Nel mese di novembre, è prevista una serata a tema “La casa delle denominazioni piemontesi” organizzata presso “Home Piemonte” la sede istituzionale della Regione Piemonte a Bruxelles. Il fil-rouge  è ilracconto del Canavese, non solo attraverso l’eccellenza dei suoi vini, ma rafforzando il connubio con gli altri prodotti agricoli e tipici, nonché la ricca proposta turistica, culturale, paesaggistica.

Progetto Capannine meteo:

Ivo Actis Dana – Presidente della Cantina della Serra ha illustrato il “Progetto Capannine meteo” avviato  dalla Campagna 2018, che consiste nel monitoraggio di tutta l’area viticola canavesana (80% della DOCG Erbaluce – 160 ettari,  75% della DOC Canavese – 80 ettari e 50 ettari di vigneti non appartenenti a denominazioni) attraverso 8 capannine meteo al fine di raccogliere dati meteo (temperatura, umidità relativa, precipitazioni, bagnatura fogliare, punto di rugiada) e, attraverso la loro rielaborazione e analisi, poter effettuare delle previsioni legate allo sviluppo delle principali malattie fungine della vite (pernospora, oidio, botrite e black-rot) e avere un ulteriore supporto nelle  decisioni del tecnico di campo per l’esecuzione dei trattamenti. Ciascuna capannina copre uno specifico settore (circa 3 kmq), ma comunica con tutte le altre. La rilevazione avviene ogni 5 minuti e la trasmissione una volta l’ora. In più ciascun viticoltore può accedere ai dati relativi alle proprie vigne sia tramite PC che dal cellulare scaricando l’apposita app. Il progetto, ad oggi, è previsto su 4 anni e con un investimento totale di circa 30.000 euro. L’adesione da parte dei consorziati è attualmente del 60%. Tra i primi risultati ottenuti, dall’avvio del progetto la riduzione di 1 trattamento rispetto ad una gestione convenzionale. Questo consente dunque anche un maggior incentivo allo sviluppo della viticoltura biologica, nell’avere la massima resa dalla vite aumentando la qualità del prodotto e la propria competitività non solo sul mercato italiano.

Scoperto un aroma varietale dell’Erbaluce di Caluso Docg:

Infine i primi risultati del progetto “Gli aromi varietali dell’Erbaluce di Caluso Docg” sviluppata dal Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese in collaborazione con Fabrizio Torchio dell’università di Piacenza ed il laboratorio “Grape” di Alba. La prima fase della ricerca ha portato alla luce un importante risultato: il profilo aromatico dell’Erbaluce di Caluso Docg è caratterizzato anche da un tiolo responsabile dell’aroma di pompelmo (CIS3ESANOLO). 

        

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