Brachetto-Zelig, “matrimonio” che funziona, tra battute e brindisi. Il barman “Shine”: «Frizzantino che conquista»

inserito il 11 Marzo 2013

Questa è la storia di un matrimonio finito bene, (merce rara di questi tempi), tra un vino piemontese, il Brachetto, e una carovana, anzi un intero circo di guitti: la trasmissione Mediaset Zelig Circus, per l’appunto. Perché parliamo di “lieto fine”? Perché quella tra il Consorzio del Brachetto, presieduto da Paolo Ricagno, e il programma comico che più di tutti gli altri sembra aver raccolto l’eredità del “preistorico” Drive In (dove conquistarono fama attori come Ezio Greggio e Giorgio Faletti), è stata davvero una sinergia positiva che, in attesa di sviluppi commerciali sempre difficoltosi in tempo di crisi, ha comunque creato attenzione e curiosità attorno ad uno dei vini dolci piemontesi con moltissime potenzialità ancora tutte da sfruttare, sia a livello nazionale sia sui mercati stranieri.

E noi di Sdp ha potuto toccare con mano il valore della collaborazione tra Consorzio Brachetto e Zelig. Ospiti dell’ente abbiamo assistito ad una serata di registrazione, in coincidenza con la festa dell’8marzo, di una puntata del programma in quel di Milano, sotto il tendone-teatro di piazzale Cuoco.

Ottima l’organizzazione del punto di degustazione che, prima dello spettacolo nell’intervallo e a fine serata, è stato letteralmente preso d’assalto da spettatori, artisti e tecnici.

Unanime il giudizio sul Brachetto: un vino buono e sorprendente, lo hanno definito in tanti. «Ottima alternativa a vari cocktail e superalcolici, frizzantino e naturale. Ideale per me che sono umbro e amo i sapori genuini della terra» ha detto a Sdp Gianni Cinelli, il comico che tra i suoi personaggi ha l’improbabile e simpaticissimo barman Shine (pubblichiamo qui la divertente videointervista).

Altra conferma del consenso che ha riscosso il Brachetto è venuta da un professionista (vero, questa volta) dell’accoglienza, il sommelier Edy Perissinotto che ha condotto per il Consorzio il tast-point sotto il tendone di Zelig. «Ogni sera – ha detto – abbiamo servito tra le 500 e le 700 degustazioni. Tutti entusiasti. Molti hanno chiesto informazioni sul vino, sui processi di produzione, sia nella versione spumantizzata che “tappo raso”, e sul territorio dove si coltivano i vigneti di brachetto. C’è molto interesse verso l’Astigiano e l’Acquese che sono considerate mete ambite in fatto di eno-turismo».

E che l’interesse verso il Brachetto stia aumentando lo dimostrano anche i contatti attraverso i socialnetwork: in pochi giorni la pagina Facebook è schizzata a quasi 19 mila fans che interagiscono direttamente con il Consorzio che gestisce l’account sul socialnetwork più seguito al mondo.

Ma, come sanno bene al Consorzio, un web non fa primavera, anche se aiuta. Ai successi nella comunicazione, infatti, devono corrispondere quelli sul campo, sui mercati. Che vuol dire vendite. Il Brachetto ne ha bisogno. I vignaioli ne hanno bisogno. Il Piemonte e l’Italia ne hanno bisogno. Per venir fuori da una delle più buie e difficili crisi economiche globali.

Il momento non è bello. C’è incertezza dappertutto, anche in politica. Ma gli innovatori non mancano e saranno loro, anche in campo enologico, a portarci fuori dalle secche. Il Brachetto, in questo senso, è in prima fila.

 Sdp   

Intervista “frizzantina” a Gianni Cinelli

Le fotografie

Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.