Brachetto d’Acqui docg, salgono volumi, rese (50 quintali/ettaro) e reddito. Paolo Ricagno (Consorzio): «Momento favorevole»

inserito il 4 Agosto 2021

Nel lungo inverno che da troppo tempo avvolge una delle più caratteristche e pregiate denominazioni vitivinicole italiane, il Brachetto d’Acqui docg, s’inizia a vedere qualche squarcio di sereno con volumi, rese e reddito per ettaro che aumentano. È ancora presto per sapere se si tratterà di una tregua o di una risalita costante. Un fatto è certo, i dati forniti oggi dal Consorzio Vini d’Acqui descrivono un momento favorevole per il rosso dolce (ma anche secco) da uve brachetto italiane al 100%. Un particolare: per quanto riguarda la resa 2021 delle uve brachetto da destinare a “tappo raso” docg i 50 quintali/ettaro a cui si vanno ad aggiungere 30 quintali/ettaro di stoccaggio (in tutto 80 quintali) praticamente rappresentano la quota prevista dal disciplinare. Mai come oggi è appropriato, per il mondo del Brachetto d’Acqui. è valido il motto latino “Nunc est bibendum”, letteralmente “ora si deve bere” equivalente dell’altro famoso motto “carpe diem” (cogli l’attimo). Qui di seguito la nota stampa ufficiale del Consorzio che dà numeri, dati e commenti.

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L’assemblea dei soci del Consorzio Vini d’Acqui ha determinato l’indicazione per le rese dell’uva brachetto ad ettaro atta a produrre il  Brachetto d’Acqui docg   relative la vendemmia 2021. La maggioranza dei soci ha votato per raccogliere: per la tipologia spumante 50 quintali/ettaro, più 10 quintali/ettaro di stoccaggio; per la tipologia tappo raso 50 quintali/ettaro più 30 quintali/ettaro di stoccaggio.  

Un aumento di rese notevole rispetto allo scorso anno (erano 36 quintali ettaro) e un segnale positivo insieme al fatto che si sono registrati imbottigliamenti in crescita (400 mila contrassegni di Stato in più rilasciati alle aziende nei primi sei mesi dell’anno) rispetto al 2020. L’aumento ha interessato soprattutto l’estero, mentre in Italia il mercato è rimasto stabile. 

Un accenno merita la voce dello stoccaggio: i 10 quintali/ettaro previsti per lo spumante e i 30 quintali/ettaro per il tappo raso rappresentano una sorta di polmone di sicurezza che il comparto valuterà, entro il termine del 31 gennaio 2022, se utilizzare o no a seconda di come risponderanno i mercati. 

Positivo anche l’effetto che questo aumento di rese avrà sul reddito dei vignaioli.

Paolo Ricagno, presidente del Consorzio Vini d’Acqui è soddisfatto: «Soprattutto del fatto che i vignaioli, dopo anni di difficoltà, vedranno il loro reddito aumentare». Su mercati e vendite dice: «Stiamo cavalcando l’onda. L’Italia non è ancora a livelli soddisfacenti, ma tiene. L’estero cresce e invia segnali incoraggianti. Se si continuerà sono convinto che potremo chiudere l’anno con oltre tre milioni di bottiglie vendute. Sono le aziende produttrici a conoscere le leve e i meccanismi del mercato. Noi come Consorzio supportiamo e garantiamo integrità e immagine del prodotto».

Dopo l’indicazione dell’assemblea del Brachetto toccherà alla Regione Piemonte, dopo avere sentito le associazioni di categoria, emanare la determina che ufficializzi le rese per la vendemmia 2021.

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