Nell’incontro con i giornalisti ad Agliano Terme, sulle colline astigiane, dove si erano ritirati ad allenarsi, complice l’antica amicizia tra merluzzo e Barbera d’Asti e molti norvegesi che hanno preso casa da quelle parti, lo chef norvegese Christian Andrè Pettersen, 29 anni, con staff e collaboratori lo aveva detto chiaro e forte rispondendo proprio a una nostra domanda: «Abbiamo paura di nessuno, ma rispettiamo tutte le squadre che affronteremo al Bocuse d’Or Italia». E non era una sbruffonata: i norvegesi alla tappa italiana del Bocuse d’Or, il più importante campionato del mondo per cuochi, hanno vinto mettendo in riga svedesi e norvegesi (qualcuno già parla di “biscotto nordico”) e lasciando all’Italia dello chef Martino Ruggieri la buona consolazione di una wild card che fa restare gli italiani in gara per la finale che si terrà a Lione.
I norvegesi erano dati per favoriti. Tra le loro fila del resto ci sono chef che hanno già vinto il Bocuse d’Or e una voglia di primeggiare quasi “all’italiana”. Ha detto Pettersen intervistato dopo la proclamazione: «La sfida più grande che ho dovuto affrontare durante la competizione è stata l’ambiente e dovermi adattare a un nuovo posto mentre preparavo tutto alla perfezione»
Per il resto ci piace pensare che l’aria di Agliano Terme, nell’Astigiano, dove il dream team norvegese si è allenato utilizzano le strutture della scuola alberghiera, abbia fatto bene agli chef venuti dalla Norvegia.
«Abbiamo avuto un’accoglienza da re ad Agliano e siamo molto felici delle strutture e dei servizi che ci sono stati messi a disposizione e dell’ospitalità. È un peccato non poter godere di più del paese e dei suoi vini, ma le nostre giornate lavorative sono lunghe qui. Torneremo sicuramente in futuro», ha dichiarato il direttore dell’Accademia del Bocuse d’Or Arne Sørvig.
«Conoscevo Agliano per il Barbera Fish Festival e i contatti avuti fin dal 2011 sul territorio ci sono stati molto utili quando abbiamo pianificato l’ultima settimana di formazione in Italia. Per noi è importante sperimentare i prodotti e le materie prime locali e, grazie alla scuola e alla sua attrezzatissima cucina, abbiamo avuto gli strumenti e lo spazio necessari per mettere a punto le ricette e i piatti che prepareremo», ha aggiunto il coach del team Gunnar Hvarnes
«Il Bocuse d’Or è un po’ come la Formula 1. Ampliamo continuamente i confini della gastronomia, creando nuovi standard che saranno adottati nei ristoranti negli anni a venire. Inoltre, il Bocuse d’Or innalza a livelli molto elevati la professione dello chef ispirando nuovi giovani a intraprendere tale professione. Questo è il motivo per cui diamo così tanta importanza alla gara in Norvegia. Il Bocuse d’Or è la gara di cucina più dura al mondo e crea una comunità mondiale di chef che diventano ambasciatori della migliore gastronomia in tutto il mondo», ha affermato Bent Stiansen.
Ad accogliere la squadra norvegese ad Agliano in questi giorni c’erano il presidente dell’Agenzia di Formazione Professionale Colline Astigiane (l’Alberghiero), Secondino Aluffi, il direttore Davide Rosa, il sindaco di Agliano Terme Franco Serra, e Fabrizio Genta, presidente di Barbera Agliano, l’associazione che organizza il Barbera Fish Festival, la rassegna che ogni anno abbina merluzzo norvegese e Barbera d’Asti.
«L’arrivo del team norvegese ad Agliano è stato il coronamento di un percorso iniziato nel 2013 (anno in cui è nata l’associazione Barbera Agliano), percorso che, grazie al Barbera Fish Festival, ha creato un legame forte con la Norvegia e ha contribuito a far crescere la vocazione turistica del nostro paese. Siamo estremamente orgogliosi che gli chef abbiano scelto le nostre colline per allenarsi e abbiano vinto» ha affermato Fabrizio Genta.
SdP
