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Barbera: la rossa piemontese tra crisi e rilancio. Aspettando la distillazione si degusta e si pensa al futuro

La Barbera ricomincia da tre. Dopo gli appelli alla distillazione è la volta delle fiere scacciacrisi, come quella in corso a Costigliole d’Asti, e di progetti di rilancio, come quello della Cantina di Vinchio e Vaglio. Ma andiamo con ordine. Dei risultati della manifestazione di qeust’estate, che portò in piazza Alfieri ad Asti alcune centinaia di coltivatori arrabbiati che denunciavano la svalutazione dei vini rossi piemontesi e chiedevano aiuti alle istituzioni, non si sa quasi più nulla. Corrono voci di summit per mettere a punto la distillazione delle eccedenze di Barbera, Dolcetto e Brachetto, un’ultima ratio che costerà alcuni milioni di euro, ma che dovrebbe dare fiato all’asfittico settore dei rossi piemontesi.

Il quadro, comunque, non è roseo. Anche dall’albese, dopo il sos lanciato per Barbera, Brachetto e Dolcetto, arrivano segnali di frenata sul prezzo delle uve, dai nebbioli in giù.

I mercati nazionale e estero fanno segnare andamenti altalenanti. Così rivestono un importanza strategica anche le fiere locali, come “Barbera, il gusto del territorio” che è in corso a Costigliole d’Asti. Il paese dell’Astigiano che è sede dell’Icif, la scuola internazionale di cucina frequentata ogni anno da decine di aspiranti cuochi che arrivano da tutto il mondo, ma che è anche rimasta coinvolta nell’affaire Soria, una storia, ancora da chiarire, di finanziamenti facili e milionari, al patron del Premio Grinzane Cavour, Giuliano Soria che a Costigliole aveva impiantato una delle sue sedi per eventi tra il culturale e il glamour con una buona dose di gusto e cucina piemontesi.

Il sindaco del paese, Giovanni Borriero, presentando la festa della Barbera (90 produttori per 200 etichette in degustazione, e una miriade di iniziative collaterali) davanti ad un parterre di politici regionali e locali non si è nascosto dietro al dito dicendo chiaramente che dal rilancio del vino rosso più importante del Piemonte dipende il decollo del territorio che ci sta dietro, paesi, attività economiche e enti pubblici.

Nello stesso istante, a pochi chilometri di distanza, una delle cooperative enologiche che ancora fanno reddito e qualità, la Cantina sociale di Vinchio & Vaglio, ha presentato il suo Novello, Korinto (pazienza per il nome esotico) blend di Barbera, Dolcetto e Merlot, il progetto di uno spumante metodo classico da uve Barbera che sarà pronto tra il 2013 e il 2014 e, cosa più importante di tutte, fornito un’indicazione valida per risolvere la crisi della Barbera: farne un vino quotidiano, buono, non difficile da bere, gradevole per tutti e, magari, con un rapporto qualità prezzo che riesca a far vendere tutti e 50 i milioni di bottiglie che rappresentano la potenzialità del vigneto barbera in Piemonte.

Lo staff della Cantina, guidata dal presidente Lorenzo Giordano, insieme all’intenzione di non vinificare per il 2010  il suo Super Barbera “Insinthesis” («l’annata è ottima, ma non abbastanza per questo vino di cui abbiamo ancora interessanti annate passate»), ha annunciato: «Dei 26mila quintali di uve barbera, il 40%, dunque una quota consistente sarà destinato alla doc Piemonte, intesa non come denominazione di ricaduta, ma identificativa di un ottimo vino quotidiano, di facile approccio, con un rapporto qualità prezzo interessante, in grado di conquistare il mercato. È questa la nostra rivoluzione, tornare alla terra e individuare hià nel vigneto i filari adatti per la barbera Piemonte, per quella d’Asti, a cui destineremo un altro 40% della produzione con il resto adatto ad altre tipologie di vini».

Un segnale forte che, c’è da augurarsi, venga seguito anche da altri.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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  1. Osservo la prima foto proposta e mi domando quale futuro di rilancio possa esserci con tutta l’esperienza radunata al tavolo: gli auspici e le preoccupazioni non portano risultati nè bastano iniziative locali di fronte ad un problema di enorme portata che non investe soltanto Costigliole e tutto il settore vinicolo astigiano..
    Non è più tempo di iniziative a spaglio al capezzale di un cadavere e la mia osservazione è tanto tardiva da non poter più essere soltanto una provocazione.
    La sofferenza qui a Costigliole è molto acuta e nasce da lontano, eppure nessuno si è mai chiesto come i Costigliolesi che gestivano l’80% delle “piole” torinesi abbiano fatto ritorno negli anni ’80..
    Se si persiste ad ignorare i dati isolandosi nel proprio “particolare”e non ci si ingegna per inventare nuove strategie restano solo gli espianti.
    Plaudo invece alle iniziative della Cantina Sociale di Vinchio e Vaglio il cui Presidente tenta coraggiosamente nuove strade: giuste o sbagliate che siano. Ritengo che non debba essere lasciato solo a perseguire nuove strade.
    La visione miope dei cambiamenti che tutti viviamo, la mancanza di comuni iniziative di Marketing sono tra le cause principali del declino progressivo della “Barbera”.

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