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Barbera d’Asti Superiore “Nizza” protagonista dell’anteprima di maggio con i soliti giornalisti ed enocomunicatori invitati. Nella speranza che l'”evento” serva a promuovere vino e territorio. Che ne hanno tanto, ma tanto bisogno

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Il Foro Boario, che in Piemonte si chiama anche “ala”, eretto alla fine dell’Ottocento nella piazza centrale di Nizza Monferrato, ospiterà la terza edizione dell’Anteprima della Barbera D’Asti Superiore Nizza. La struttura accoglierà giornalisti italiani e stranieri (non si sa ancora quanti e di quali testate) ospiti dell’associazione produttori del “Nizza” che organizzano la manifestazione  fin dal 2007. Si presenterà l’annata 2006. Dicono i curatori dell’evento: «Quella di tre anni fa è stata una vendemmia particolarmente fortunata, con vini che presentano un’ottima struttura e una componente tannica fine ed elegante». I lavori si apriranno la mattina di lunedì 4 maggio con la degustazione dell’annata 2006 seguita da un incontro e l’immancabile dibattito tra giornalisti e produttori. Nel pomeriggio, per la prima volta, i giornalisti degusteranno anche le altre Barbere prodotte dalle cantine. Sono previste visite in azienda, pranzi e cene all’Enoteca Regionale La Signora in Rosso di Nizza Monferrato e nei ristoranti locali. «L’Anteprima – spiega Gianluca Morino, presidente dell’associazione di barberisti – è anche un’occasione per presentare il territorio e la gastronomia locale, ed è diventata un importante momento di valorizzazione per l’intera zona di produzione». Parole sante. Resta da vedere quanta eco davvero avrà la rassegna nicese (in passato non è stata certo eclatante) e quanti saranno i media italiani e stranieri che riferiranno dell’evento, magari riservandogli spazi adeguati. La speranza di Sdp, e certamente anche quella di organizzatori e produttori vinicoli, è che non si tratti, come purtroppo accade spesso, di un’occasione solo per offrire vitto e alloggio in cambio di… poco o nulla. La Barbera d’Asti ha bisogno dell’opposto: visibilità, comunicazione, immagine e mercato. E li merita anche senza arruffianarsi i giornalisti.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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