Gianluca Morino, vignaiolo in quel di Nizza Monferrato (Cascina Garitina sulla strada per Acqui Terme) ha un modo di vedere le cose che è diverso dal consueto. Saranno i 198 centimetri di statura (è stato ottimo giocatore di pallacanestro), sarà la passione per il web (che gli è valso un premio come vignaiolo più “connesso”), sarà la sua vena di social-polemista, il fatto di essere stato per anni presidente dell’associazione che raggruppa i produttori del Nizza (soprazona della Barbera d’Asti Superiore) o l’amore che esprime verso le sue vigne di barbera. Certo è che SdP non poteva non chiedere a lui di giudicare, sul campo, anzi, tra i filari, la maturazione delle uve barbera da cui nascerà la “rossa” piemontese targata 2015.
Ne è nato un specie di “tutorial” con il quale Morino ci ha condotto per mano presentandoci uno scorcio della vita segreta delle viti di barbera, tra filari “adulti” ultrassessantenni che già ai primi giorni di agosto presentano grappoli di un rosso scuro invitante, a quelli quarantenni, ancora un po’ adolescenti, che hanno bisogno di cure e di attenzioni. Lui, il Morino, si piega in due sulle viti e accarezza i grappoli come avesse tra le mani la palla a spicchi, pronto per fare una “tripla” (è il tiro più difficile, dalla distanza, a pallacanestro che, a canestro centrato, vale tre punti) e dice: «Nelle vigne bisogna andare con la testa e il cuore. Non ci si può improvvisare. Qui c’è tutta la tradizione e l’innovazione del mondo. Se ci sono questi ingredienti il vino non potrà che essere memorabile».
Parole da innamorato, dunque, che affascinano e spingono a saperne di più, a camminare tra i filari come fossero navate di una chiesa. Non distanti, però: «Il vino va avvicinato con amicizia, con facilità. È fatto per essere bevuto». Parole sante, condite con tante prese di posizioni: «Io metterei il tappo a vite su tutti i vini. Per me è la chiusura ideale». Con buona pace di produttori e supporter dei tappi in sughero. «Il web è una parte basilare della vendita di vino. Crea contatti, azzera le distanze. Certo che poi alla fine il vino si vende di persona, ma i social creano interesse e comunicazione. Non poco». Chiaro.
Ma la protagonista è la barbera ancora appena ai tralci. Matura bene. Il caldo africano scalda i grappoli. Si aspetta qualche goccia di pioggia per raffreddarli un po’. In vista di una vendemmia che andrà sui social, fotogramma per fotogramma. «A testimonianza del fatto che il lavoro e la passione dei vignaioli della Barbera sono reali e concreti» dice Morino. Altro che realtà virtuale.

SdP